E SE LA A2 FOSSE UNA RISORSA?
Non ci si aspettava di certo una svolta modello Luca Gallo, lo ha dichiarato lo stesso Alessandro Menniti fin dall’inizio e, con maggiore forza, nell’ultima settimana attraverso interventi mediatici, in special modo quello apparso ieri sulla pagina Facebook Viola Reggio Calabria Supporters.
Quella ricerca della normalità, a cominciare dalla situazione dei tesserati, non è al momento andata a buon fine. Troppe le variabili impazzite e gli imprevisti che la nuova proprietà si è trovata ad affrontare in così poco tempo, pur lavorando con tanto impegno e senza tregua.
La situazione per molti aspetti, rispecchia ciò che aveva illustrato 6 mesi fa Aurelio Coppolino.
E ci troviamo di fronte a giocatori è staff che “ad oggi devono percepire diversi stipendi”, a nuove pendenze che spuntano fuori quasi quotidianamente e il budget dichiarato fin dall’inizio, che diventa insufficiente per sopportare una situazione così difficile. Menniti e co. ci stanno provando, gliene diamo atto, stanno cercando di agire con chiarezza, anche questo è un merito, ma sono da soli a remare su acque tempestose e con competenze cestistiche, per stessa dichiarazione dei protagonisti, limitate.
Ciò nonostante si cerca di progettare il futuro, ma è un cane che si morde la coda. La serie B, checché sia stato detto o promesso a Menniti, ha un bacino d’utenza limitato e le 1000, se va bene 1500 presenze, sono, per la categoria, un gran risultato se si pensa che la media paganti dello scorso anno è stata di 1563.
Le prospettive di un altro anno di B porterebbero il trend degli spettatori ancora più in calo inutile negarlo. Non parliamo poi dell’appeal che un campionato di terza serie di basket ha verso sponsor e investitori.
Abbiamo toccato con mano cosa significa giocare in impianti poco più grandi di una palestra scolastica.
E, in ultimo, l’analisi dei costi/ricavi pensate sia così diversa tra un campionato di B con il roster di quest’anno e uno di A2 con il roster dello scorso anno? Soprattutto, che differenza ci sarebbe nel proporre un investimento in serie A2 o B ad una qualsiasi azienda che voglia legare il proprio marchio alla Viola?
Forse, e lo diciamo con l’umiltà che ci contraddistingue, realizzare un altro miracolo potrebbe essere una risorsa, ma si sa noi siamo innanzitutto tifosi e il cuore lo mettiamo prima della ragione.