REGGINA-VENEZIA 1-0, IL RACCONTO
Messaggio whatsapp delle 17.00: «Possesso palla 29’ a 13’ per loro; angoli 7-0 per loro; i tre punti sono i nostri. Alla fine vincere è l’unica cosa che conta». L’estrema sintesi è tutta qui. E pazienza se qualche novello esteta storce il muso. Un autogol di Ceppitelli, minuto 10 della prima frazione, indirizza la partita, il Var la cristallizza al 27’ fermando per fuorigioco Pohjanpalo e, nella ripresa, l’unico vero brivido arriva nel recupero prima che il sorriso si stagli sui volti amaranto.
Lunedì di Pasquetta, poco pubblico sugli spalti ma è notorio che la squadra trascina il pubblico e non viceversa, sarebbe servita una Reggina capolista per gremire il Granillo. E invece meglio stare zitti, sarebbe troppo facile sparare sulla croce rossa leggasi gli assenti.
Appunti sparsi: in settimana cambia l’arbitro, dall’Abisso palermitano si va ad Ostia Beach con Marchetti (direzione attenta). Si rivede in tribuna il guru paolano Sandro Crispino: tuta blu, calzettoni gialli, scarpe da ginnastica grigie e sorrisi. E indicazioni, flussi positivi, che si riverberano sul terreno di gioco. Forse serviva proprio lui per tornare al successo casalingo assente dal 2-1 al Modena del 26 febbraio.
Inzaghi è costretto a rinunciare a Majer, Gagliolo, Hernani e Menez. Bouah va a destra, Pierozzi a sinistra, trova spazio capitan Loiacono, in mezzo c’è Liotti e davanti la strana coppia composta da Strelec e Rivas. Vanoli è squalificato, in panchina ci va Godinho, Busio entrerà solo a partita in corso, tutto previsto il resto.
La partita è di facile lettura: il Venezia difende a cinque e marca a uomo là dietro, i tre di centrocampo occupano gli spazi, le due punte stanno vicine per indirizzare la giocata avversaria verso l’esterno. Difesa e centrocampo sono parecchio compatti, ma lasciano parecchio spazi alle loro spalle. La Reggina non avendo molta qualità in campo abbassa il proprio baricentro proprio per sfruttare quegli spazi da attaccare con Strelec che viene incontro e Rivas che attacca la profondità.
Attimi di paura e sangue: prima Joronen resta stordito parando con la faccia una conclusione di Pierozzi, poi Strelec sanguina dopo un colpo preso in mischia. Si gioca poco. Serve l’episodio. Arriva.
L’autogol di Ceppitelli nasce così: Liotti sradica il pallone a Tessmann al limite dell’area amaranto e appoggia per Rivas, tocco dietro per Pierozzi che di prima va da Strelec venuto incontro. Il centravanti si appoggia lateralmente su Liotti che fa viaggiare l’honduregno uno contro uno col lento Svoboda, Milanese arriva a supporto ma aggiusta la sfera proprio per l’accorrente Liotti che ha seguito l’azione e che di prima la mette in mezzo rasoterra sul primo palo: Strelec è in ritardo, Carboni la tira addosso al suo capitano e l’1-0 è servito.
Pippo intanto urla, specie con Fabbian che prima non chiude su Tessmann al limite dell’area e poi sbaglia malamente un cambio di gioco. Al 27’ il pari del Venezia: lancio lungo di Carboni lasciato libero di impostare col suo educato mancino, Johnsen si stacca da Camporese e va incontro al pallone allungando la traiettoria, Pohjanpalo scappa a Loiacono e trafigge Colombi sotto le gambe. Dopo qualche minuto il Var toglie il gol perché il centravanti finlandese sul tocco del compagno è in fuorigioco. Durante l’attesa D’Angelo, vice di Inzaghi, spiega a Loiacono che deve stare addosso al centravanti e non lasciargli spazio.
Nella ripresa Rivas resta negli spogliatoi per problemi fisici, entra Canotto che si divora il raddoppio in contropiede. L’aiuto in fase difensiva del numero 31 è però latente, davanti si fa fatica a tenere palla e nemmeno l’ingresso di Gori per uno stremato e pugnace Strelec risolve la situazione. Ingenerosi i mugugni per il numero 9 che in fase difensiva si fa in quattro. Vanoli prova a cambiare ai lati e davanti ma i pericoli potenziali per la retroguardia amaranto arrivano solo dai corner.
Si fanno male contemporaneamente Liotti e Pierozzi, entrano un positivo Bondo e Terranova. Loiacono finisce a destra, Camporese è insuperabile insieme a Cionek, l’ultima mischia la risolve Colombi dopo un’uscita a vuoto.
Finisce così e Pippo commenta: «Abbiamo passato un mese di gennaio difficile, lo sappiamo tutti, per tanti motivi di campo e di extra campo». Poi si traveste da Ancelotti e lascia un giorno di riposo alla squadra per domani.
Sabato si va a Benevento, lunedì a Roma alla Figc dove potrebbe arrivare il -4. E se arrivasse la penalizzazione sarebbe un vero peccato perché la squadra, al di là di qualche passaggio a vuoto, merita il posto in classifica che ha.
“Il destino è il carattere” diceva Eraclito 26 secoli fa: noi siamo il risultato non di ciò che ci succede, ma del modo in cui reagiamo a ciò che ci succede. Ci sembra la chiusura più appropriata per Pippo ed i suoi ragazzi.