SVEGLIARSI PER SOGNARE
Il successo della campagna abbonamenti che la nuova proprietà ha voluto riaprire ha messo in evidenza che una buona fetta di tifosi, delusa dalle vicende degli ultimi anni, si era allontanata, ma solo fisicamente, dagli spalti del “Granillo”, aspettando che il fuoco della passione avesse la meglio sul rassegnarsi alla mediocrità sportiva. E che al “Granillo” fossimo davvero in pochi era facile notarlo e triste constatarlo con presenze, almeno nell’ultimo anno e mezzo quasi mai sopra le 2.000 unità.
Il tifoso ha bisogno di obiettivi e questa proprietà li ha dichiarati pubblicamente e ciò è bastato per riavvicinare almeno una parte e non piccola di pubblico, basti pensare che, in pochi giorni, sono state staccate un terzo delle tessere sottoscritte ad inizio stagione.
Rivedere lo stadio colorarsi non può che essere positivo, così come parlare di tifosi senza distinzione tra finti e veri (che poi non ho ben capito questa gara a chi giova).
Adesso, superata la fase dei proclami, degli slogan e degli acquisti ad effetto, si passerà a quella del campo, da sempre giudice supremo. La speranza è che a sognare saremo sempre di più, ma per sognare occorre risvegliarsi dal lungo letargo come pian piano sta avvenendo.
D’altronde, se nella vita togli la possibilità di sognare cosa resta? Siamo sempre quelli che vogliamo andare a vincere a San Siro, per non dimenticare…