REGGINA-TERNANA 2-1, IL RACCONTO
E poi c’è Fabbian. Giovanni Fabbian da Camposampiero, provincia di Padova. Deve essere un posto speciale il piccolo comune veneto visto che lì è nato pure un altro centrocampista abile nell’inserimento senza palla, cognome Baggio, nome Dino. I meno giovani ricorderanno nitidamente la sua rete a Usa ’94 contro la Norvegia con l’Italia di Sacchi in dieci e con un piede fuori dal mondiale.
Fabbian ha qualcosa di simile: interdizione, presenza fisica in mezzo al campo, inserimenti senza palla, gol pesanti. Gli manca solo il tiro da fuori ma non si può avere tutto. Doppietta per lui, la prima in maglia amaranto, sette reti stagionali e tre punti pesantissimi per la Reggina contro una Ternana che ha cercato di mandare di traverso la seconda gara consecutiva in casa della Pippo band.
Ma andiamo con ordine, il taccuino è bello pieno. Presenze allo stadio prima del via: Massimo Orlando viene applaudito e premiato dalla società. La sua miliardaria cessione nel 1990 alla Juventus diede l’occasione al presidente Pino Benedetto, lì dove c’era una discarica, di costruire il centro sportivo Sant’Agata. Al Granillo c’è pure Miss Calabria 2022, Vanessa Foti con tanto di maglia bianca da trasferta ed il cognome ben stampato sopra. Si rivede pure Andra Gianni, attuale dg del Lamezia. Accanto al patron Saladini, al presidente Cardona, al consigliere Ferraro, prende posto Franco Ricci, ex dirigente Mediaset che, come riportato da Il Dispaccio, dovrebbe avere un ruolo in società.
Ma basta preliminari, andiamo sul campo. Le marcature di Inzaghi contro la Spal hanno lasciato a desiderare, oggi invece c’è stata più attenzione nelle scelte unita ad una condizione fisica crescente. Pierozzi e Corrado, Di Chiara e Diakité, Cionek e Falleti, Gagliolo e Pettinari, Majer e Palumbo, Hernani e Agazzi, Fabbian e Di Tacchio, Canotto e Mantovani, Rivas e Bogdan, Gori e Sorensen, questi i duelli. La mobilità di Di Tacchio, Falleti bravo a venire incontro meno a distribuire il pallone, il movimento senza palla di Palumbo (che giocatore, ragazzi) qualche scompenso lo creano in fase di non possesso.
Ma in fase di possesso la Reggina è micidiale non fosse per Rivas, autentica croce e delizia. Tre volte l’honduregno ha la palla del vantaggio, due volte colpisce Iannarilli, una volta manda il pallone in curva nord dopo un meraviglioso aggancio al volo su rinvio di Contini, all’esordio in amaranto.
Andreazzoli permette a Pierozzi e Di Chiara di avanzare sulle fasce ma poi blocca le catene amaranto: Pierozzi, Fabbian e Canotto si ritrovano marcati da Corrado, Di Tacchio e Mantovani; Di Chiara, Hernani e Rivas si scontrano con Diakité, Agazzi e Bogdan. Ciò che crea spazio è il movimento di Gori che costringe Sorensen ad uscire lasciando Rivas uno contro uno con Bogdan. E il difensore non riesce a tenerlo in nessun modo.
Poi bisogna fare gol e lo fa Pettinari su angolo. Sbanda la Reggina, Contini salva su Pettinari, poi dopo un palo di Canotto (decisivo Iannarilli), Pierozzi pennella per Gori e la sponda del centravanti per Fabbian ha il bigliettino sul pallone: spingimi dentro. La capacità di Hernani nella conduzione della palla fa saltare qualche meccanismo umbro, così come le sgroppate di Canotto. Nel secondo tempo Andreazzoli toglie Falleti e inserisce Coulibaly che va a marcare Majer mentre Palumbo si occupa di Fabbian. Manca però l’uomo che viene incontro alla Ternana e la Reggina ne approfitta per mettere le tende nella metà campo avversaria.
Proprio Majer manda in gol Canotto ma il Var toglie (decisione quantomeno discutibile ma almeno Piccinini è andato a rivederla). Poi arriva Fabbian sugli sviluppi di un angolo ad incastonare in rete il pallone della vittoria. A fine partita Andreazzoli rimpiange gli otto assenti che ha fatto mancare qualità tecnica alla sua squadra. Inzaghi invece sbotta contro i giornalisti: «Ho letto titoli assurdi in settimana, dovete un po’ crescere». E, come diceva Giancarlo Kalabrugovic a Zelig raccontando le gesta di Pino dei palazzi, i giornalisti muti.