INDIFENDIBILI
Dopo 8 sconfitte e un misero pareggio, tre allenatori cambiati e un mercato di riparazione c’è poco da analizzare da un punto di vista tecnico.
Dire ciò che non è andato contro la Ternana sarebbe fare un esercizio inutile e noioso.
Ciò che è accaduto al termine del primo tempo di Reggina – Cremonese ha reciso quel sottilissimo filo che teneva in piedi lo spogliatoio e da quel 21 Novembre sono passati due mesi e mezzo senza che nessuno riuscisse a ricucire lo strappo semplicemente perché incapaci di trovare le soluzioni giuste.
Si è pensato che mandando via Aglietti, quella parte di spogliatoio che si era (a torto o a ragione) rivoltata contro di lui avrebbe recuperato la “serenità” e invece è arrivato Toscano, ancora con il dente avvelenato per l’esonero dell’anno precedente, che ha pensato bene di dettare le condizioni (lui sì, lui non lo voglio nemmeno vedere) e invece ha peggiorato una situazione già pessima di per sé.
Chiaro è che, quando entri in un vortice negativo, è difficile poi uscirne se non hai alle spalle chi è in grado di gestire questo tipo di situazioni (ricordate il secondo anno di serie A?).
La Reggina, che ha vinto un campionato quasi in autogestione, ha un presidente fuori sede di certo non conoscitore di calcio, un general manager che parla più di quanto dovrebbe salvo poi essere sconfessato (vedi recenti dichiarazioni su Menez) e che uno spogliatoio forse l’avrà visto per la prima volta su Sky, un direttore generale che pensa di essere il padre padrone visti i suoi trascorsi calcistici nei polverosi campi dilettantistici della Calabria (senza nulla togliere a chi, calciatori o dirigenti, milita o ha militato in queste categorie) e ordina, urla e pensa che dirigere una squadra di calcio sia come farlo in una qualsiasi altra azienda. Aggiungiamoci una team manager bella presenza non importa referenze tanto che ci vuole, basta saper digitare 2 numeri sul tabellone. L’unico uomo che appartiene al mondo del Calcio è il DS che di errori ne ha fatti tanti sia chiaro, ma quantomeno il calcio lo ha vissuto ad alti livelli e certe dinamiche le conosce più di altri.
Ma per fare calcio a certi livelli serve organizzazione, servono persone che conoscono la materia, non bastano i soldi e la buona volontà, che riconosciamo in ogni componente.
La confusione traspare anche nelle piccole cose come ad esempio quando l’ufficio stampa comunica che parlerà solo il DG e invece spunta il presidente a conferma che di getto si decide una cosa per poi cambiarla poco dopo.
E in una situazione come questa dobbiamo pensare pure alle magagne di Reggina TV che, non ce ne vogliano i colleghi, non ha contribuito e non contribuisce a migliorare l’immagine della Reggina e rappresenta un ulteriore costo in un momento in cui i grandi club hanno intrapreso una nuova strada a livello comunicativo.
E noi? Troppo impegnati a difendere l’amico o il compare per togliere il prosciutto dagli occhi
Dovremmo salvare il salvabile se è possibile prima che sia troppo tardi e organizzarsi come serve ad un club di serie B. Per il resto mi sembra vada tutto bene…