REGGINA A DUE MARCE
C’è una Reggina inarrestabile da quando il timone è passato a Luca Gallo, una Reggina che guarda al futuro, investe sulla società e sul territorio e poi c’è una Reggina col freno a mano che, dopo aver aumentato la potenza del motore, cambiato il pilota, non riesce ad ingranare la marcia giusta.
Indubbiamente i due dati stridono parecchio e, se è vero che il presidente il suo ruolo lo svolge al meglio, quello che non quadra va ricercato nelle altre figure.
Potremmo condannare il nuova pilota, dicendo che l’altro, con una macchina meno potente, aveva fatto molto meglio, ma, e lo abbiamo visto, il nuovo motore aveva fatto girare la testa anche al pilota Cevoli.
Potremmo pensare che i nuovi cavalli non siano stati revisionati al meglio, ma prestazioni così negative sono davvero troppo per avvalorare questa tesi.
Potremmo dire che, chi ha scelto i nuovi cavalli, ha guardato più la forma che la sostanza, ma è anche vero che, ad ogni nome nuovo, l’esaltazione della piazza cresceva.
Potremmo invece pensare che, chi dovrebbe tastare il polso del team (DG e DS), amalgamare cavalli vecchi e nuovi, intervenire nei tempi e nei modi giusti, fare squadra e supportare le strategie del pilota forse, e sottolineiamo forse, non sia al momento riuscito a svolgere questo compito delicato, un po’ per troppa frenesia, un po’ per inesperienza.
Forse, e sottolineiamo forse, manca proprio quella figura lì. Lungi da noi voler propinare i soliti noti alla piazza, ce ne guardiamo bene, ma se la Roma, per fare un esempio, ha mandato via allenatore e ds per prendere una persona, Ranieri, che facesse da allenatore, psicologo e motivatore, se la Viola si regge grazie alla poliedricità di una grande figura come Matteo Mecacci, un motivo ci sarà.
Nella Reggina potrebbe mancare quella figura forte e allo stesso tempo in grado di leggere, decodificare e soprattutto risolvere le situazioni, ma sottolineiamo sempre forse.