ALTRO CHE RAGGI X
Vorremmo parlare di calcio, ma questa settimana il consueto appuntamento con la squadra avversaria ai raggi X non verrà pubblicato sulle pagine di Leggende Amaranto.
Onestamente sviscerare l’avversario di turno, il Rieti, sapendo che affronteremo dei bambini non ci sembra corretto.
Con una società al collasso, stipendi netti pagati in parte, calciatori in sciopero, fornitura di energia elettrica interrotta, riallacciata e chissà cosa si aggiungerà da qui a domani.
Potremmo anche addentrarci e disquisire sulle qualità tecniche dei bambini, ma non sarebbe serio per chi ci legge. Come non è serio ciò che dirigenti ciechi e ottusi stanno facendo al calcio, portandolo ogni giorno di più verso la distruzione.
In cuor nostro l’augurio è che la Reggina prenda seriamente l’impegno e arrivi alla doppia cifra di gol, servirebbe ad alzare un polverone a livello nazionale, magari mondiale,e magari a cambiare le cose.
I problemi vengono da lontano, ricordiamo che questo è il sesto anno in cui la serie C è divisa in tre gironi da 20 squadre, per un totale di 60 società impegnate a cercare di offrire un’organizzazione ed uno spettacolo dignitoso in un campionato economicamente a perdere. Prima Macalli e adesso il duo Ghirelli-Gravina sono i diretti responsabili di questo sfacelo, e se il primo ha la parziale scusante di aver tentato di rilanciare la terza serie con questa formula, che già agli albori suscitava forti perplessità, i secondi hanno invece l’aggravante di aver voluto perseverare con un format già imploso da subito.
Nonostante i numeri impietosi, hanno continuato a scherzare col fuoco, condannando piazze storiche, e non solo, a figure barbine in giro per l’Italia. Oltre venti fallimenti, circa trecento punti di penalizzazione, varie inchieste e dubbi sulla regolarità delle gare svolte non son serviti al duo delle meraviglie per far si che si mettesse mano ad un format insostenibile. Tutto ciò colpisce la parte più bella del calcio, i tifosi, che sobbarcandosi immani sacrifici sperano sempre di assistere ad uno spettacolo autentico.
Purtroppo siamo qui a ripeterci sempre le stesse cose e alla lunga come si dice da noi si rischia “MI PARRAMU ‘NTO BUMBULU”
Per cui non ci rimane che augurarci di scappare velocemente da questo inferno e tornare nel calcio che conta, perchè come diceva Bill Shankly:
Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d’accordo. Il calcio è molto, molto di più.
Giuseppe Caridi
Leo Mamone