LA REGGINA…
Penso alla Reggina, alla “mia” Reggina, dove l’aggettivo possessivo non sta per proprietà privata, ma per appartenenza affettiva. a oltre un decennio ormai navighiamo in acque spesso agitate a volte burrascose.
Sono cambiate in 8 anni 4 proprietà e quella che era la Reggina del popolo, della gente è un lontano ricordo almeno alle nostre latitudini. Non è la stessa cosa per chi, lontano dalla propria terra, trova in quei colori il contatto con le proprie radici, quelle stesse radici dalle quali è stato sradicato per andare a cercare altrove quella linfa vitale che si chiama lavoro.
Già, per un emigrato, il solo vedere quelle maglie, il solo sentire il nome che li lega a Reggio Calabria, il poter incontrare altre centinaia e spesso migliaia di concittadini e sentire il nostro accento, significa dare una carezza al cuore, roba difficile da comprendere perché chi queste cose le ha o le avrebbe a disposizione ogni giorno.
Chi vive lontano da qui non ha bisogno di millantare amicizie con questo o quel dirigente o calciatore, di vantarsi di essere in chat con chi gli dà notizie (vere o presunte), perché gli basta respirare il profumo di Reggio e della Reggina, non serve altro.
Qui siamo, forse inesorabilmente, spaccati anche a causa di chi ha travisato il concetto di “Reggina della gente e tra la gente” credendo egli stesso di essere la Reggina.
La Reggina non è e non sarà mai un uomo, chiunque esso sia e qualunque ruolo abbia, non è mai stata Granillo, pur essendo stato il primo presidente a conquistare la B, non è mai stata Foti, unico presidente ad oggi ad averci regalato 2 promozioni in A.
Quando il tifo per l’uomo viene travisato con quello per la maglia, quando l’ “amico” è più importante della “mamma”, quando millantare o pubblicizzare conoscenze vale più di una vittoria, quando primeggiare sui social ti fa scalare la classifica dell’oscar del vero tifoso, quando tua madre diventa centro per l’impiego significa che si è smarrita la via maestra, quella dei nostri padri e dei nostri nonni, quella dei treni speciali carichi di ogni provvista, quella via che ci ha sempre unito in un abbraccio o in un pianto e che adesso ci divide.
n mezzo alla tempesta, o quando si addensano nuvole grigie all’orizzonte che non sappiamo se diventeranno temporale o si diraderanno grazie a venti favorevoli, piuttosto che andare a cercare i nemici o additare chi la pensa diversamente da noi, sarebbe opportuno fare tutti un bagno di umiltà e guardare quegli esempi positivi che hanno scritto la storia, uno su tutti Maurizio Poli, mai una parola fuori posto, mai al centro dell’attenzione o alla ricerca di consensi o riconoscimenti, ma solo sudore e testimonianza con i fatti, se non è già troppo tardi…