VIOLA, LA SAGGEZZA DEL CAPITANO
Parla Sandro Santoro, il capitano, colui che, senza bisogno di presentazioni o spiegazioni, rappresenta un punto di riferimento per tutti.
Tanta saggezza e buon senso nelle parole di Santoro che ha ascoltato la vicenda paradossale delle 2 nuove Viola (Cestistica e Pallacanestro ST) iscritte entrambe alla serie C.
Ecco le parole del capitano:
Carissimi Amici e appassionati della Viola, ho letto attentamente le parole dell’amico Ciccio Franco, non dopo aver chiacchierato telefonicamente con William Lo Cicero che mi ha spiegato le motivazioni delle volontà e delle scelte del Trust.
È chiaro che non si vive una situazione facile ma avere un’idea, un programma, portarlo avanti con coerenza e senza l’ansia di dover rivedere la Viola in alto così come tutti noi l’abbiamo vissuta o vista, è una cosa che può o non può essere condivisa ma credo possa e debba essere accettata.
Per questo condivido la posizione del Presidente Franco perché comincia a dare quel segnale essenziale, se pur soggettivo della Società che rappresenta ma rispettabile, del “fare ciò che è possibile” e “nel momento in cui è possibile”.
Con questo non voglio dire che la lodevole iniziativa del Trust sia sbagliata anche perché dove c’è passione si produce sempre qualcosa di buono. Tra le altre cose ritengo Giuse Barrile nel Trust e Gaetano Gebbia nella Cestistica due persone molto preparate, anche se con capacità e competenze diverse, che certamente possono e potranno essere di grande aiuto.
La cosa invece che faccio fatica a comprendere e la non volontà di essere uniti in un momento come questo disperdendo idee ed energie che potevano confluire in un unico contenitore nel rispetto dei tempi e dei modi comuni a chiunque volesse adoperarsi ma siamo davanti ad uno dei soliti grandi sprechi nel mondo: la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.
È chiaro che questo è un mio parere personale che non deve mortificare l’operato di nessuno ma dare solo un ulteriore spunto di riflessione. Detto questo, mi sembra però che ormai i treni son partiti, alcuni sono già a bordo e altri ci saliranno per cui il consiglio che posso dare è andare avanti pensando di agire in favore di qualcosa, direi l’aspirazione di avere un giorno una Viola unica e prosperosa, ma non contro qualcuno.
William, l’accostamento a Trento non credo sia appropriato (concedimi il beneficio del dubbio di conoscere bene quella realtà che si trova in una Regione a Statuto Speciale dove Istituzioni e Aziende plurimilionarie partecipano ad un progetto sportivo dove i Tifosi rappresentano l’insostituibile ciliegina sulla torta ma non l’elemento fondante) ma auguro al Trust di diventare come quella realtà anche se in modo diverso visti i contesti in cui si trovano Reggio Calabria e Trento. Evidentemente le cose dovevano andare così e siccome nessuno di noi è in possesso della scienza perfetta, chissà che questa non sia la strada giusta. Non dovrà servire a smentire qualcuno, dovrà solo convincere chiunque a continuare a credere che comunque un giorno, prima o poi, torneremo in Serie A.
Personalmente avrei fatto altro ma forza e coraggio, anche se ce n’è o ce ne sarà più di una la Viola farà il miracolo più grande della sua storia: UNIRÀ CIÒ CHE OGGI È STATO IMPOSSIBILE UNIRE! In bocca al lupo a tutti.
#quinonsimuoremai
La scelta è quella di rimanere fermi nelle proprie posizioni di chi si sente legittimato o autolegittimato, o provare a fermarsi un attimo per il bene di tutti.
La presunzione di avere la ragione, la credibilità, a cosa potrà mai portare? Nella gara ad accaparrarsi i tifosi come fossero voti alle elezioni a cosa porterà?
In una città troppo spesso divisa su tutto vorremmo un esempio di unione, senza cercare le colpe nell’altro, ma insistendo ancora e poi ancora.
Ma sappiamo purtroppo che tutto ciò, a queste latitudini, è quasi un’utopia.