ITALO ALAIMO, IL DESTINO CRUDELE DI UN CAMPIONE
Morire a meno di 29 anni nel modo più assurdo, soffrendo, dimenandosi inutilmente di fronte ad un destino imprevedibile.
Il 17 Luglio 1967 Alaimo si trova all’ospedale Maggiore di Novara per effettuare le visite mediche.
Italo sta per terminare la prova da sforzo al cicloergometro, riceve l’ok dai medici e rallenta la pedalata: è in quel momento che si asciuga il sudore e rimane folgorato.
Il calciatore cerca di staccarsi dallo strumento ma invano, spirando poco dopo. L’autopsia certifica la sua morte per shock da fibrillazione ventricolare.
Una morte senza colpevoli a causa di un errore di procedura nel processo che si arrivasse alla prescrizione del reato.
Così ci ha lasciati il 17 Luglio Italo Alaimo durante le visite mediche di rito all’ospedale di Novara, città in cui avrebbe dovuto giocare dopo 4 splendidi anni in amaranto. Un
Venduto per 35 milioni (cifra record per il tempo), quella maglia azzurra non l’avrebbe mai indossata.
L’ultimo colore,il più importante restò quell’amaranto indossato oltre 100 volte.
La sua pelata lo rendeva un inconfondibile motorino con la maglia numero 7, quella maglia amaranto che amava come questa città che f gli ha reso il giusto onore, quello che meritano coloro i quali hanno dato lustro ad una squadra ed ad una realtà come la nostra, intitolandogli la vecchia Via Stadio a Monte, quella che costeggia la gradinata da sud verso nord, come lui solcava la fascia destra.
Grazie Italo e perdonaci da lassù se forse ci dovremmo ricordare più spesso di te come di altri campioni di umanità e di valori.
Forse un giorno chissà tutta Reggio parlerà di nuovo di te campione!