UN’ANIMA AMARANTO
Una birra, un foglio e una penna che quasi va da sola, così nasce Reggina rock & goal, per tutti VOGLIO ANDARE A VINCERE A SAN SIRO.
Il sogno di un eterno ragazzo per cui San Siro rappresenta l’emblema del calcio, il teatro dei campioni per la sua maestosità, per il fatto di essere uno stadio solo per il dio pallone.
La Reggina in serie A sublima quel sogno perché idealmente a San Siro ci abbiamo giocato tutti e abbiamo parato il rigore a Sheva insieme a Belardi e segnato a Peruzzi con Possanzini.
C’è un destino forse inspiegabile (o forse no): la Reggina a San Siro non ha mai vinto. Mi piace pensare che ci sia stato una sorta di presagio nello scrivere quei versi, una mano che già sapeva come sarebbe andata a guidare la mano.
Ed ecco che un testo diventa storia, una parata leggenda, un gol impresa come una prima volta che si prolunga nel tempo, perché noi, ad esempio, dell’Olimpico ricordiamo molto più l’impresa del 19 marzo 2000 con Cozza e Cirillo, ma abbiamo rivinto sia con la Roma che con la Lazio, ma la prima volta è sempre l’impresa più grande.
Il non aver mai violato la Scala del calcio rende ancor più epica la canzone. Doveva andare così!
Oggi VOGLIO ANDARE A VINCERE A SAN SIRO non rivive, semplicemente perché nemmeno la fine di un ciclo glorioso ha oscurato nel cuore dei tifosi questi versi, ma viene tramandata alle nuove generazioni affinché, attraverso il rap di Nemesi A. K. A. King Joe, il sogno continui, quel sogno amaranto che ha unito un popolo da oltre 100 anni, che ha visto i nostri nonni, i nostri padri e adesso i nostri figli gioire, soffrire, amare quella maglia amaranto che diventa ANIMA.
Non ho mai nominato l’autore della canzone in queste righe, omissione voluta perché attraverso Alfredo, un verso di questa canzone l’abbiamo scritta tutti quelli che dentro hanno un’anima, un’anima AMARANTO.