SONO ANCORA SEDUTO LA’
24 Giugno 2001, caldo e speranza, la speranza che quel sogno cullato per 85 anni e che, dopo lo spareggio di Pescara, sembrava mera utopia, non svanisse. Un miracolo arrivare allo spareggio con quella squadra e dopo un campionato disastroso per buona parte, ma riacciuffato dopo una rimonta che ci condusse allo spareggio.
Non siamo riusciti a chiudere la partita e, quando non dai il colpo di grazia, rischi di vanificare lo sforzo fatto. Ed ecco che i centrali salgono male, Cossato trova l’attimo giusto, Taibi esce in maniera scomposta e poi il silenzio. Ferron salva su Dionigi nell’ultimo disperato tentativo, poi il fischio finale. Rimango fermo al mio posto per minuti infiniti, mille pensieri mi passano in testa, uno su tutti: non rivivremo mai più quel sogno. Non avrei mai pensato che avremmo vissuto altri 7 campionati di serie A un altro spareggio stavolta vinto, una rimonta da – 11 e due carcagnate. Non avrei mai pensato che, a distanza di tanti anni, avrei contattato l’odiato Michele Cossato simbolo dell’Hellas Verona al pari della squadra di Bagnoli campione d’Italia, scoprendo una storia parallela vissuta dall’altra parte del fiume, da un uomo che ha visto cambiare la sua vita dopo quel gol ma che ha saputo rimanere umile e rispettare il dolore dell’avversario, perché nel calcio gioie e dolori si susseguono ciclicamente.
Ma nella mia mente io sono ancora seduto là in quel seggiolino blu del terzo settore fila F n.101 a cercare di non far morire un sogno.