METTI UNA SERA AL GRANILLO
Era davvero un bel po’ di tempo che al Granillo non si respirava aria di festa, anzi ultimamente ci si poteva quasi contare a causa dell’emorragia di tifosi persi per strada in questi anni. È dovuto arrivare un signore da Roma molto abile nella comunicazione e altrettanto deciso negli obiettivi per scaldare una piazza depressa ma ancora viva e vitale. Quasi il triplo degli spettatori di questa stagione, record di presenze (manco a dirlo) e soprattutto qualcosa che non si vedeva da tempo e nemmeno contro il Trapani, prima di Gallo a Reggio, si era percepita: facce sorridenti finalmente (quasi tutti), come capita a quegli invitati ad un banchetto che aspettavano da tempo, troppo tempo. La curva è tornata a popolarsi e fare la differenza e la caccia a Gallo, stile grande fratello, è stata una costante per catturare ogni gesto del presidente. Ieri è stato un Gallo diverso rispetto al 30 Dicembre, meno guardingo e con un sorriso per tutti: è entrato totalmente nel ruolo, sente sua la creatura che ha risollevato dalle sabbie mobili quando emergeva ormai solo una mano e che adesso sta tirando a lucido. Alla festa la Viterbese non poteva che fare la comparsa e anche arbitro e assistente si sono adeguati concedendo un gol inesistente alla Reggina, ma anche questo è un evento storico che fa parte di quel cambiamento di mentalità da Calimero a Peter Pan.
E allora si ride, si scherza, si esulta, ci si stropicciano gli occhi dinanzi alle magie di Strambelli, Doumbia e Bellomo e si guarda una classifica che sorride anch’essa. In altri tempi avremmo scritto: ce ne fossero di serate così al Granillo, oggi diciamo che questa può essere la prima di una lunga serie.
La festa è appena cominciata e ci sono ancora tanti posti liberi: venghino signori, venghino.
Foto Maurizio Polimeni