GIANFRANCO BENVENUTI, L’UOMO DEL DOPPIO SALTO
Ci sono tanti ricordi legati al nome di Gianfranco Benvenuti, Toscanaccio (pur essendo nativo della provincia di Parma) che con questa città ha creato un feeling incredibile.
Gianfranco, arrivato a Reggio dopo la retrocessione alla guida della Stella Azzurra Roma, conduce per la prima volta la Viola nell’olimpo del Basket nazionale con due promozioni i tre stagioni, dalla B alla A2 con la leggendaria vittoria di Pavia e, dopo il primo campionato di assestamento, dalla A2 alla A1 nel primo anno in cui fu introdotto il tiro da 3 punti, originariamente a 6.25 metri.
Era il periodo in cui, per la prima volta, le presenze al Botteghelle superavano quelle del Comunale, col pubblico ammassato come sardine a battere forte i piedi sulle tavole creando un terremoto di entusiasmo.
Ricordo la gente che faceva a gara per procurarsi un biglietto e spesso rimaneva fuori nelle partite di cartello come contro l’OTC Livorno o nei playoff contro la Scavolini Pesaro quando, se ben ricordo, fu anche allestito un maxischermo all’esterno del Botteghelle per le tantissime persone rimaste fuori.
Benvenuti andò via dopo la retrocessione dalla serie A1 ma restò sempre un idolo per la sua grande umanità innanzitutto. E Reggio Calabria è rimasta per sempre nel suo cuore fino alla fine.
Intitolare a lui il Botteghelle, primo allenatore ad aver guidato la Viola in quella storica struttura costruita in meno di 2 mesi, è un gesto che trova tutti d’accordo, perché basta chiudere gli occhi per risentire quel frastuono e rivedere davanti alla panchina quell’omino a dirigere un gruppo di giganti.