REGGIO, LA PAURA, LA DIGNITA’, LA SPERANZA
Giorno 2 di 25. Tanti sono i giorni che separano il 10 Marzo, primo giorno del decreto IO RESTO A CASA, al 3 di Aprile, data in cui (si spera) si possa pian piano tornare alla normalità. Sembra essere tornati a 50 anni fa quando, a causa dei moti di Reggio, gran parte della popolazione restava chiusa in casa.
Reggio Calabria, a dispetto di qualche caso isolato e di chi si aspettava il solito Reggino anzi Riggitano, incurante delle regole e pronto puntualmente ad aggirarle. Le file ai supermercati, tranne in qualche caso, non sono esagerate e sono molto composte, all’interno mascherina per tutti, clienti e impiegati. Le strade sono meno trafficate del solito così come le vie principali. Gli esercizi commerciali hanno rispettato chi la chiusura totale, chi l’orario indicato.
C’é paura, inutile nasconderlo, quella paura di non essere pronti ad una malaugurata diffusione a macchia d’olio del virus anche a queste latitudini, ma, mai come stavolta, si sta provando a fare squadra. Vorremmo che anche la politica ne fosse capace, ma ahinoi, la campagna elettorale non conosce stop, contro ogni logica , nemmeno quella di un virus che non fa distinzione tra destra e sinistra.
Per fortuna siamo un popolo che si sa comunque aggrappare ad una speranza, che tante volte è ripartito e, tra i motivi per cui sperare, c’è quello di poter festeggiare tutti insieme una gioia amaranto e tornare ad abbracciarci sotto quell’unico colore che rappresenta un intero popolo sparso in tutto il mondo.