REGGINA-PERUGIA 2-3, IL RACCONTO
Nel testacoda è la Reggina a finire testacoda. Vince il Perugia ultimo, contro gli amaranto secondi. A fine partita il presidente Cardona, ai microfoni di Antenna Febea, dirà che «la sconfitta è meritata».
Pomeriggio di ottobre che sembra inizio settembre se non fine agosto, fa caldo al Granillo e giocare alle 14 di certo non è una bella cosa ma, a parte scriverlo, nulla possiamo fare per cambiare le cose.
Il taccuino è pieno di appunti, vediamo di mettere un po’ d’ordine. Poco meno di 9mila i presenti sugli spalti, calo fisiologico. La squadra entra in campo per il riscaldamento, il ds Taibi rientrato a Reggio dopo circa due settimane è parecchio sorridente sul terreno di gioco. Non ci sono sfilate di ex oggi, in compenso sul prato prima della partita c’è Ciccio Marino. In tribuna invece si rivede dopo i problemi di salute il direttore generale Gabriele Martino.
Prima del via il presidente Cardona fa il suo solito giro di saluti nella tribuna Vip, si siede e parla con le massime autorità, dispensa sorrisi, saluta tutti. Arriva pure il patron Saladini con la moglie, poco sotto si rivede allo stadio dopo tantissimo tempo pure la figlia dell’ex presidente Foti, amica di Angela Robusti nonché sua aiutante nella pulizia delle aree verdi della città.
Inzaghi ripropone Ricci al posto di Canotto, sarà un caso, sarà scaramanzia ma è la stessa formazione che ha battuto il Cosenza. L’unica novità è che le due mezzali Hernani e Fabbian sono in posizione diverse: sul centrodestra il brasiliano, sul centrosinistra il bomber.
Non è la solita pimpante Reggina, le occasioni arrivano ma la squadra non sembra avere la solita reattività. Poi c’è Melchiorri, anni 35, che mette a soqquadro la retroguardia amaranto.
Il 9 del Perugia, col rientrante ed ex Castori in panchina, segna ma ci vogliono più di due minuti prima che il Var dica sì. La posizione è al limite, il gol regolare.
Il primo tempo scivola via, partono gli idranti e un arcobaleno appare sul Granillo. Di solito gli arcobaleni fanno capolino dopo la pioggia, la speranza è che nel secondo tempo splenda il sole sulla Reggina.
Il rosso a Santoro a inizio ripresa sembra portare in questa direzione ma le nuvole nere ritornano ed il Perugia prima raddoppia su rigore col 9, poi fa tris con Di Serio. Due gol in inferiorità numerica, due autentici regali.
Sembra tutto finito ma la Reggina rinsavisce, Gori trova l’1-3, Fabbian il 2-3, Cicerelli la traversa all’ultimo sospiro. Perde la squadra amaranto, la curva chiama la squadra ed è comunque «amaranto alé, non tifo per gli squadroni tifo per te».
Inzaghi mastica amaro: «Abbiamo fatto 27 tiri e non possiamo fare solo due gol». Castori ha raddoppiato sulle fasce come Pecchia e ci ha messo in difficoltà col contropiede. Urge trovare il modo per liberare al tiro Menez, sennò fare gol diventa un problema.
La chiusura è su Meraviglia che è tutto tranne che una meraviglia: cattiva gestione dei cartellini, tensione creata in campo ma non può essere un alibi e comunque «non parlo dell’arbitro» dice Cardona a fine partita. Lui no, Inzaghi sì: «Dobbiamo alzare le antenne, farci sentire e non fare le vittime sacrificali». Adda passà ‘a nuttata…