REGGINA-MODENA 2-1, IL RACCONTO
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Ieri il presidente Cardona, dopo il pranzo del patron Saladini con i giornalisti, aveva parlato di un Modena che sarebbe stato frastornato da un sole azzurro (?), dal clima, dal mare di Reggio. Nella notte ha piovuto, il clima odierno con la Lupa sullo Stretto sembrava più vicino a Modena che a Reggio.
Non c’è grande pubblico sugli spalti, c’è anche parecchio sfottò tra le tifoserie e c’è l’ansia che le situazioni extra campo possano incidere sul cammino della Reggina ma, per un pomeriggio, restano fuori.
Ottima la partenza della squadra di Inzaghi, funzionano le catene, specie a sinistra dove Di Chiara supporta gli immarcabili Menez ed Hernani. Tesser dopo pochi minuti è costretto ad abbassare Tremolada sulla linea dei centrocampisti per non finire tritato dal palleggio degli amaranto.
La Reggina costruisce il suo vantaggio con un’invenzione di Strelec rifinita da Hernani e concretizzata da Pierozzi ma per gli amaranto è una malcurata lode, anagramma di Luca Tremolada, che viene lasciato libero di colpire dal limite. La chiusura di Crisetig è ritardata, Colombi non vede partire il pallone ma il suo errore resta comunque evidente. «Sul gol ho commesso un errore, bravi i miei compagni a recuperare» dirà il portiere a fine gara.
Durante l’intervallo il balletto delle farfalle si prende la scena sul terreno di gioco. Nella ripresa la squadra di Inzaghi trova il guizzo con il sanguinante Strelec dopo una goffa respinta di Gagno su tiro di Menez. Tesser perde il sorriso a fine partita per un contatto tra Cionek e Falcinelli che reputa falloso. L’abbraccio negli spogliatoi con suo compare Taibi (il tecnico è stato testimone di nozze del ds) mette fine alle ostilità.
Per David Strelec è il primo centro in amaranto. Nato il 4 aprile come De Gregori, prese un pallone che sembrava stregato e lo mise dentro fissando il risultato. E dopo 26 partite finalmente anche il portiere è decisivo (come ha sottolineato anche Inzaghi a fine gara), super la parata di Colombi su Strizzolo (il centravanti ha pure colpito una traversa bruciando Terranova su un cross di Mosti). Bravo il portiere anche nel finale con un’uscita alta in area di rigore: tra i tre che hanno giocato lui si dimostra il più affidabile.
Cosi Taibi a fine partita sull’argomento: «È stato fondamentale, sentivo sempre che ci si lamentava perché il portiere non faceva parate ed invece non è vero. Parecchie volte siamo stati sfortunati perché i tiri finivano all’incrocio. Oggi è stato bravo, sono contento per Colombi». Certo, il discorso cozza un po’ con l’inseguimento a Contini durato due anni e che ci sono volute 26 partite per una parata decisiva, di Colombi, ma sono soltanto dettagli.
Il fischio finale è una liberazione per la Reggina. La curva invita la squadra sotto la sud, i giocatori arrivano fino all’area di rigore, salutano e tornano indietro. Irrompe Taibi che riporta la squadra sotto la curva, mentre Cionek (che a Palermo ha giocato pochi giorni dopo la morte del padre) e Inzaghi se ne vanno negli spogliatoi.
Il resto della squadra si sente dire dagli ultras: «Contro chi disonora la maglia non avremo nessuna pietà». Lo sconcerto è palpabile, la squadra è attonita e se ne va, il resto dello stadio fischia giustamente la curva. Taibi si ferma a discutere con gli ultras, gli animi sembrano surriscaldarsi, poi torna la calma.
Martedì si va a Cosenza, al microfono di Rocco Musolino il ds Taibi la presenta così: «Il derby è particolare, non c’è mai uno che parte favorito perché i pronostici vengono stravolti dal campo». Ci penseremo poi, intanto godiamoci questa vittoria.