NON CI SI ABITUA MAI AL SILENZIO
Sabato 3 Ottobre 2020, per la Reggina è la prima gara casalinga, almeno in campionato, a porte chiuse causa Coronavirus.
Ci eravamo lasciati il 1° Marzo, contro il. Monopoli, 12.000 paganti e curva nord nuovamente aperta dopo anni.
Invece assistiamo rassegnati ad un Granillo che si è rifatto il look nelle due curve, ma tristemente vuoto, avvolto da un silenzio surreale.
Ma ciò che più colpisce è fa male è il deserto fuori dallo stadio, lì dove di solito si tiene la processione dei tifosi speranzosi prima della partita e sorridenti o incazzati al termine della stessa, lì dove incontri l’amico e ti fermi a parlare. Fuori il vuoto, i bar vuoti, niente traffico, niente autoradio che trasmettono le interviste. Percorro il tratto che separa la mia auto dall’ingresso e viceversa a testa bassa, non ho voglia di vedere il vuoto.
In Tribuna stampa ci si saluta timidamente, anche lì c’è un senso di smarrimento. La vittoria fa felici i pochi presenti, ma non si fa festa, non c’è la squadra a festeggiare sotto la curva, a cantare insieme ai tifosi abbracciati. Silenzio, solo silenzio.
Un silenzio che ti entra dentro, un silenzio che, purtroppo, durerà ancora per mesi.
Quel nemico invisibile ci ha rubato le emozioni. Non ci resta che resistere, ma non ci si abitua MAI al silenzio.