IL PROFUMO DELLA STORIA
Abbiamo vissuto una stagione calcistica particolare, ce ne accorgiamo ancor di più quando, vedendo in TV le partite dei campionati europei di calcio, il rumore del pubblico ci sembra strano e ci emoziona, quando non vediamo più quegli orribili effetti con le bandiere delle due squadre sventolanti a coprire il desolante vuoto degli spalti.
In questo periodo che ormai ci accompagna da quasi un anno e mezzo, abbiamo vissuto di immagini, quelle proiettate dai media e quelle, forse ancora più realistiche, proiettate dalla nostra mente, da quei ricordi di ciò che significa per noi vivere la partita, in mezzo ai gradoni di uno stadio che, nel 2022, compirà 90 anni e che ha vissuto migliaia di battaglie, gioie e dolori.
Solo una cosa non siamo riusciti a riprodurre e rivivere: il profumo della storia fatto di prato verde a volte spelacchiato, del sudore del nostro vicino di posto, del rumore del vento o del pallone calciato a pochi metri da noi, il profumo di quelle maglie amaranto che corrono in campo indossate da chi ha onorato la storia e da chi non ha lasciato il segno.
C’è un gran bisogno di sentire di nuovo quel profumo, di nutrirsi dei racconto di ciò che è stato e scriverne di nuovi. Nessuna operazione nostalgia, quella la lasciamo a chi vuole lucrare sui ricordi e sulla storia, ma un riappropriarci di ciò che è nostro, ciò che ha segnato la storia di questa città, farlo da protagonisti un po’ più lontani dalle tastiere e un po’ più vicini alle emozioni.
E chi assapora il profumo della storia sa che tutto è scritto dagli uomini, ma solo la maglia resta, che siamo entrati nella leggenda quando compatti abbiamo inseguito un obiettivo, sognato non per una persona, ma per una maglia.
È giunto il momento di respirare nuovamente quel profumo, quelle emozioni, di prendere la penna e scrivere pagine nuove che diventeranno i ricordi del futuro.