IL LECCE AI RAGGI X
Penultimo giro, la Reggina va a Lecce per provare a prendere il treno dei play-off. Serve vincere, un successo che manca dal 1997 quando una doppietta di Dionigi diede la vittoria agli amaranto.
Anche la squadra di Corini ha un solo risultato a disposizione se vuole ancora inseguire la promozione diretta, resa però complicata dalle due sconfitte consecutive con Cittadella e Monza. «Non siamo più gli artefici del nostro destino» ha sconsolatamente dichiarato il tecnico dei giallorossi.
L’undici dei pugliesi dovrebbe essere il seguente: Gabriel (9 reti bianche) tra i pali, Maggio (3 reti e 2 assist) e Gallo terzini, l’ex Lucioni e Meccariello (1 rete e 2 assist) coppia centrale, Hjulmand (1 assist) mediano, Majer (3 reti e 2 assist) e Nikolov interni con Bjorkengren come possibile alternativa, Henderson (3 reti e 7 assist) trequartista anche se Mancosu (8 reti e 9 assist) scalpita, Rodriguez (5 reti e 1 assist) o Stepinski (7 reti e 3 assist) accanto al capocannoniere Coda (22 reti e 8 assist) punte.
Il Lecce in fase di possesso si schiera con un 2-3-3-2 (i due centrali sono fuori immagine) e sviluppa le sue azioni così: lancio in profondità per la punta mentre Henderson e l’interno di parte si lanciano nello spazio
L’attaccante, in questo caso Stepinski, si allarga per ricevere il pallone, lo serve all’interno Hjulmand che appoggia per l’accorrente Henderson il quale calcia da buona posizione
In fase difensiva la difesa non ha paura di stare alta e di fare il fuorigioco, cercando di tenere la squadra corta
A volte le distanze tra i reparti si allungano come in questa occasione: ci sono circa venti metri tra centrocampo ed attacco, troppi. L’attaccante del Monza verrà fermato fallosamente e da questa punizione nascerà il gol vittoria dei brianzoli
Giuseppe Caridi – Leo Mamone