CARO BACLET, LA MEMORIA È POCA COSÌ COME I GOL
Non chiamatelo dichiarazioni di circostanza quelle di BACLET in sede di presentazione quale nuovo giocatore, a titolo temporaneo, della Virtus Francavilla.
Affermare di essere stato criticato da subito e di non essere stato accettato dalla piazza di Reggio Calabria è UNA ENORME FALSITÀ.
Lei, caro Baclet, ha lasciato la sua amata Cosenza dove era considerato un eroe visti i suoi gol nei playoff fondamentali per il ritorno in B dei lupi, perché allettato, legittimamente, da un contratto ben più importante, forse l’ultimo della sua carriera.
Nessuno lo ha costretto, avrebbe potuto far prevalere il cuore ai soldi, ma, ripeto legittimamente, ha ragionato da professionista.
Reggio l’ha accolto da eroe perché, nonostante nella sua carriera non abbia mai avuto statistiche da bomber, da lei si aspettava tanto.
Converrà con noi che è stato osannato dopo le prime prestazioni, peraltro impreziosite da segnature, contro Monopoli, Catanzaro e Siracusa, perdonato e mai criticato per le successive opache prestazioni, finanche per il rigore fallito contro il Potenza (ci può stare).
Di certo non possiamo ritenere accettabile l’espulsione da ragazzo inesperto subita a Pagani, con il secondo giallo causato da una simulazione che ci ha fatto sorridere (amaramente).
Per il resto del torneo ci limitiamo ad un non pervenuto per essere buoni.
Alla fine lei si aspettava tappeti rossi e cori di osanna? È stato mai vessato, o ha subito trattamenti poco consoni? E lei come giudica la sua mezza stagione a Reggio Calabria? Da professionista onesto, quale crediamo sia, penso che qualche fischio se lo sarebbe lanciato anche lei, su.
Non dimentichi, caro Baclet, che a Luglio tornerà ad essere pagato per intero e lautamente dalla Reggina o cui tifosi lei ha definito poco accoglienti nei suoi confronti (usando un eufemismo).
Forse ad una certa età ai pochi gol si aggiunge la poca memoria, ma noi le auguriamo a prescindere di disputare un bel campionato e dimostrare il suo valore, ma stia attento, a volte le parole vanno dosate con un po’ di attenzione in più, quella che dovrebbe mettere sempre quando entra in campo.

Foto Maurizio Polimeni