PAOLOROSSI, IL CAMPIONE NORMALE
Niente internet, niente pay TV, niente telecronache urlate, nel 1982 tutto era più semplice, in quei pomeriggi mundial (tranne la finale l’Italia gioco sempre di pomeriggio) ci si ritrovava ovunque ci fosse un televisore da condividere e non importa con chi.
Io, ragazzino pronto al passaggio alle scuole medie, quella partita la vidi in un negozio di elettrodomestici e lampadari di fronte l’orologeria di mio padre che aveva i televisori a colori più moderni. Nando Martellini saluta i telespettatori e offre le informazioni più semplici e senza fronzoli: chi vince va in semifinale, il pareggio è per i Brasiliani. La formazione la conosciamo tutti a memoria con Zoff in porta Gentile francobollato a Zico così come aveva fatto con Maradona, Collovati su Serginho e Scirea libero, Cabrini pronto con le sue sgroppate sulla sinistra, Oriali e Tardelli a fare diga e spingere, Conti ad inventare sulla destra, Antognoni ad assistere le punte Graziani e Rossi. Lo stadio è il meno importante di Barcellona, il Sarria che oggi non esiste più, l’arbitro l’Israeliano Klein, lo stesso di Italia – Argentina del 1978. A causa della sua nazionalità i paesi arabi non trasmettono la partita.
La prima occasione è nostra ma Rossi si incarta sul pallone e tutti a maledire Bearzot che insiste su di lui. Ma dopo pochi minuti su un capolavoro di Conti che cambia gioco verso Cabrini, nasce il gol. Cross, la difesa a zona del Brasile è tutta protesa a sinistra, Rossi taglia a destra e di testa incrocia in rete. Esultiamo ma dura poco. Zico serve il dottor Socrates nello spazio e palla che si infila tra il palo e Zoff facendo volare un po’ di gesso della linea di porta, poesia. A metà tempo Junior prova a servire Leandro in orizzontale, ma si inserisce Rossi e fa doppietta, possiamo sognare.
Collovati si fa male e Bearzot inserisce quello che lui chiana ragazzo, Beppe Bergomi, neanche 19 anni anche se, con quei baffi sembra un trentenne. È lui a salvare su Serginho.
Alla fine del primo tempo ci crediamo ma Falcao ci punisce con un tiro da fuori. Sembra finita ma al 74′ c’è un angolo per l’Italia. Martellini è un silenzio la palla è in rete e il telecronista, visibilmente emozionato esclama: “ED È IL PAREGGIO, DI NUOVO ROSSI, TERZO GOL DI ROSSI”. È il delirio ma mancano ancora 15 minuti. Segna ancora Antognoni, ma, prima di capire che il gol è annullato per fuorigioco, uno dei presenti nell’estate, ha distrutto un lampadario, rischiando la propria incolumità e causando bestemmie di varia natura del titolare. La parata storica di Zoff che inchioda sulla riga un colpo di Testa di Oscar sancisce il trionfo. Da quel giorno siamo tutti PAOLOROSSI, tutto attaccato senza gli hashtag di oggi, siamo quel campione NORMALE che ci ha resi orgogliosi di essere italiani forse, in quell’anno, insieme a Pertini, ultimo politico ad essere amato e acclamato anche dai bambini. Tutti in strada e ricordo il cuccurucucu di Battiato che spopolava in quel periodo e Viva l’Italia di De Gregori famosa come l’inno nazionale.
38 anni, ma ricordi nitidi di chi ci ha regalato la felicità.
p