REGGINA-FROSINONE 0-3, IL RACCONTO
«Siamo 14.648» campeggia sul tabellone del Granillo per questa sfida col Frosinone. Tabellone che nella ripresa, per inciso, deciderà di prendersi qualche pausa. Sarà che anche lui è rimasto a tratti senza parole, pardon, senza led per ciò che stava succedendo sul terreno di gioco. Vittoria meritata del Frosinone, però ti resta quel retrogusto amaro per come è maturata.
Pomeriggio dell’Immacolata, un pallido sole fa da capolino, non fa freddo, condizioni ideali per giocare a calcio. Seconda contro prima, la partitissima.
Felice Saladini fa il suo ingresso sul terreno di gioco durante il riscaldamento e va a prendersi gli applausi dell’esaurita curva sud con al suo fianco il nuovo responsabile della comunicazione amaranto, Pippo Sapienza.
L’assenza di rilievo, oltre a quella prevista del dg Gabriele Martino (auguri di pronta guarigione), è quella del presidente Marcello Cardona.
Intanto in tribuna stampa Antonio Nucera ha acceso il microfono di Sky, la voce di Antonio Lopez è quella del campo principale di Tutto il calcio minuto per minuto, Nicola Binda è stato inviato da La Gazzetta dello Sport e l’Aia ha spedito l’internazionale Mariani per questa sfida che vede sullo sfondo una gigantesca A.
Non ci sono novità di rilievo nelle due formazioni, tutto come previsto o quasi, Inzaghi conferma in blocco l’undici che ha battuto il Brescia, Grosso aveva fatto turnover a Bolzano, il dubbio era tra Caso e Insigne vinto dall’ex e tra 4-2-3-1 e 4-3-3, quest’ultimo il modulo scelto.
La curva sud inizia la sua liturgia e si va. Senza avversari fino al minuto 14 quando i pochi tifosi ospiti, supportati dai messinesi, prendono posto nel settore loro dedicato accolti da bordate di fischi.
Partita bloccata, le squadre giocano in un fazzoletto, la Reggina colleziona angoli senza costrutto, il Frosinone palleggia ma è innocuo.
Il Granillo si infiamma al 20’ quando sugli sviluppi di un angolo Insigne parte in contropiede ma Zan Majer con mestiere lo ferma: boato. Altro appunto: punizione a due per il Frosinone, Insigne alza il braccio, Inzaghi capisce che giocherà corto per Garritano ma i suoi uomini dormono, fortuna che Gagliolo mette fuori un pericoloso cross.
Speravamo in una crispedda, arriva la frittata.
Camporese controlla male un tocco di Majer, Mulattieri gli ruba palla a cavallo della linea mediana, Colombi non si capisce perché arrivi fino alla trequarti per farsi dribblare e prendere gol a porta vuota.
La Reggina sbanda, Colombi evita lo 0-2, la fine del primo tempo ha il sapore di una manna. Abbiamo preso un pugno, siamo andati giù, l’arbitro ci ha contati ma siamo ancora in piedi.
Nell’intervallo il ds dei ciociari Guido Angelozzi parla con Antonino Ragusa, presente allo stadio. Accanto a lui ci sono gli infortunati Lucioni e Kone che hanno deciso di seguire la squadra in trasferta, Taibi invece passeggia sotto nel corridoio della tribuna.
Il Frosinone avrebbe bisogno di essere allungato per trovare spazio in mezzo ma alla Reggina manca un centravanti capace di farlo, la soluzione potrebbe essere Crisetig che, anche se solo a sinistra, ha nei lanci una dote, ma il numero 8 resta a guardare e così la profondità svanisce pure sui lati.
La squadra amaranto colleziona due calci d’angolo, ma è fuoco di paglia. Su un rinvio di Turati, Boloca vince il duello con Fabbian e supera Hernani, palla a Rohden che crossa, Garritano la aggiusta per Insigne che al volo fulmina Colombi: 0-2 al 50’.
A quel punto entrano prima Gori e Cicerelli per Hernani e Rivas, poi Ricci e Crisetig per Canotto e Di Chiara ma ormai la Reggina è una pallina su un piano inclinato. Proprio Crisetig atterra Rohden sulla trequarti, Garritano batte la punizione e Szyminski alle spalle proprio di Crisetig fa 0-3.
Siccome la pallina sul piano inclinato rotola sempre più veloce si fa male pure Menez che chiede il cambio (dentro Liotti). Speriamo non sia nulla di grave.
Finisce così, il ds Angelozzi rischia di cadere dalle scale della tribuna ma resta in piedi. La Reggina va sotto la curva a prendere gli applausi della sua gente. Bisogna voltare pagina, già domenica si gioca a Como. Il rammarico è quel gol subito in una situazione di sostanziale equilibrio.
No, non ci siamo dimenticati della pallina sul piano inclinato. È caduta, ma sotto c’era un cuscino che ha attutito l’atterraggio: nonostante le crispedde siano andate di traverso restiamo pur sempre secondi con tre punti di vantaggio su Genoa e Bari, quattro sulla Ternana, cinque sul Brescia e sei sul Parma.
Guai a scordarlo.