L’ENTUSIASMO (QUASI) RITROVATO
Sembra passata una vita da quando lo stadio Granillo era insufficiente a contenere l’entusiasmo di un popolo e si faceva fatica a trovare un biglietto.
Quella Reggina non aveva di certo bisogno di lavorare sull’entusiasmo, o così credeva il presidente Foti, ritenendo che la serie A fosse biglietto da visita sufficiente per affollare i gradoni dello stadio.
Invece, già dal 2005, gli abbonati scesero sotto i 10.000 e la media spettatori subì un calo costante e inesorabile.
Già nel 2009, nonostante Novellino e una campagna acquisti faraonica, gli abbonati furono circa 5.500 e la media spettatori scese sempre più fino ad arrivare all’ultimo anno di Reggina Calcio con 2245 abbonati e media di 3000 presenze.
La frattura tra la società e il pubblico era ormai insanabile.
La non iscrizione della Reggina Calcio e la nascita del Reggio Calabria prima, dell’URBS Reggina 1914 poi avrebbe, nell’immaginario di molti, fatto riavvicinare i tifosi delusi allo stadio, ma in realtà in pochi hanno capito che la Reggina non era più quel fenomeno popolare che appassionava grandi e piccoli, che si sarebbe dovuto rifondare, ripartire dalle fondamenta prima di chiedere.
I numeri da brividi (in negativo), con l’apice raggiunto nell’ormai storica partita del Febbraio 2018 contro il Trapani in cui furono staccati 88 biglietti a Reggio, oltre gli abbonati molti dei quali assenti furono l’emblema di un distacco quasi totale.
L’arrivo di Gallo ha cambiato le carte in tavola. Inutile star qui a fare l’elenco di tutto ciò che, in meno di un anno, il presidente ha fatto, è sotto gli occhi di tutti.
La cosa, a mio avviso, più importante è la capacità di camminare a testa alta, di riportare davvero la Reggina al centro dei discorsi, degli interessi di anziani e bambini, in città e in provincia. Chiaro è che questo processo richiede del tempo.
Il “fenomeno calcio” che, fino ai primi anni 2000, mostrava stadi pieni a dispetto degli spettacoli per lo più tristi che si vedono oggi, ha influito a tutti i livelli, così come la possibilità di usufruire di tecnologie più o meno economiche per vedere la partita da casa, fermo restando la media elevatissima di presenze al Granillo da fare invidia al 90% delle squadre di B.
Naturalmente è normale che le partite di cartello per rivalità e importanza abbiano più appeal come avviene a tutti i livelli e non solo nel calcio.
L’idea di utilizzare la curva nord, nella speranza che venga riaperta per invitare le scuole calcio e le scolaresche della città è un passaggio fondamentale per trasferire il DNA amaranto alle nuove generazioni.
Un contributo enorme lo sta fornendo la curva sud con i suoi colori e la capacità di far vivere una partita nella partita.
Diamo tempo al tempo. In meno di un anno si è realizzata un’utopia e, magari, portiamo al Granillo i nostri bambini, regaliamogli per Natale una maglietta amaranto, vedrete che sarà amore a prima vista che durerà per la vita.
Detto ciò, facitivi u bigliettu!