DRAMMI NO, RIFLESSIONI SI’
Nessun dramma, ci mancherebbe dopo 49 punti ed una sola sconfitta in 20 giornate, un record dopo l’altro battuto e un vantaggio rilevante nei confronti delle avversarie.
La sconfitta ci può stare; rimanere imbattuti per un’intera stagione è impresa riservata a pochi club professionistici in oltre un secolo di calcio. Ma è pur vero che, ridurre la sconfitta contro la Cavese ad un episodio, ci sembra riduttivo ed è bene fare qualche riflessione senza puntare il dito contro nessuno, ma solo per cercare di ripartire fin da domenica col piede giusto.
La partita di Castellammare è la terza consecutiva, seppur con le vacanze in mezzo, in cui la Reggina non ha espresso quel gioco visto fino a Teramo, dove l’impressione comune era che, appena si spinge sull’acceleratore, non c’è scampo per nessuno. Di certo non si può parlare di momento atleticamente poco brillante, dopo un mese di stop), o meglio non per la partita contro la Cavese.
Le partite contro Viterbese e Sicula avevano lanciato qualche campanello d’allarme in tal senso: poca fluidità di manovra, qualche rischio di troppo dietro, ma vittoria ottenuta grazie al cinismo sotto porta degli uomini migliori, come a Lentini, o alla possibilità di avere forze fresche (Paolucci con la Viterbese), in grado di fare benissimo da subentranti.
Contro la Cavese è certamente mancato il cinismo visti gli errori sotto porta, ma anche chi è entrato, eccezion fatta per Sounas, non ha di certo giocato una buona partita.
La Cavese ha vinto con merito e ci mancherebbe pure dopo un 3-0, ma la Reggina le ha dato una grossa mano e non vogliamo soffermarci sui singoli (sarebbe ingiusto e ingeneroso). I ragazzi di Toscano ci avevano abituati a mostrare gli occhi della tigre pronta a gettarsi sulla preda aspettando il momento giusto. Quella fame che ha consentito di tenere un ritmo da record forse si è attenuata, o meglio, forse si è pensato inconsciamente che le prede si consegnino spontaneamente per essere azzannate. Nulla di più sbagliato.
Oggi battere la Reggina è l’obiettivo di tutti, la cosa che dà prestigio al campionato di molte squadre dalla classifica anonima.
Finalmente non abbiamo più record da inseguire e stava diventando anche un po’ antipatico andare a cercare il prossimo obiettivo da raggiungere.
Tornare ad essere quella Reggina che, a fari spenti e senza proclami, azzannava (sportivamente parlando), gli avversari è la medicina per riprendere un cammino comunque fin qui straordinari.
E a quei tromboni pronti a suonare da altre piazze risponderemo sul campo a suon di vittorie.