IL BARI, IL SUO MARCHIO, LA SUA STORIA
Non tutti sanno (deduco) che l’SSC BARI di proprietà di Filmauro, la stessa del Napoli per intenderci, al momento non può, che è ben diverso dal non vuole, fregiarsi dei beni materiali e immateriali dell’AS BARI 1908.
Facciamo un po’ di chiarezza per i poco (o male) informati: dopo il fallimento del vecchio AS BARI del 2014 dei Matarrese, Paparesta, che aveva fondato l’FC BARI, rilevò a furor di popolo il marchio AS Bari per 4,8 milioni di euro (LEGGI QUI) garantendo la continuità tecnica e storica.
Giancaspro dapprima, nel Dicembre 2015 diventa socio del Bari al 50% e, l’anno successivo, ne acquisisce la proprietà non essendo Paparesta in grado di sottoscrivere l’aumento di capitale.
Nell’estate 2018 vi è l’esclusione del Bari dalla serie B e il Sindaco De Caro, appoggiato dai tifosi, decide di affidare attraverso manifestazione d’interesse, il prosieguo della tradizione calcistica del Bari con un nuovo progetto.
Giancaspro, che aveva annunciato di voler iscrivere il Bari in terza categoria per non perdere l’affiliazione, non può evitare il fallimento avvenuto nel Gennaio del 2019 ed è stato addirittura arrestato per bancarotta e riciclaggio nel Maggio scorso.
La curatela fallimentare nel Giugno scorso perse un ricorso al TAR del Lazio (LEGGI QUI) in cui si contestava la mancata concessione della licenza nazionale per partecipare al campionato di B. La società vanterebbe crediti per 8 milioni dalla lega a fronte di 12 milioni di debiti motivo del fallimento.
Come ci insegna l’esperienza della Reggina, compito della curatela fallimentare è quello, ove possibile, di soddisfare i creditori e monetizzare attraverso asta i beni materiali e immateriali dell’FC BARI 1908 (che ha in pancia quelli dell’AS BARI).
La Filmauro che, nel 2004 acquisì per 18 milioni di euro e un costo storico per la voce Concessioni licenze e marchi per Euro 12.128.000 tutta la storia del Napoli, pensate non farà lo stesso a Bari?