SÌ, 31 ANNI FA TUTTI SCRIVEMMO LA STORIA (VIDEO)
In quella settimana in città vi furono ben tre morti ammazzati! Eravamo in piena guerra di mafia e, se andavi in giro per l’Italia, ti chiedevano se a Reggio Calabria si camminava con le pistole tipo far West, in trasferta invece se eravamo Reggina o Reggiana.
Ma, in quella settimana, c’era un appuntamento più importante, anzi, in realtà due: il Papa tornava a Reggio Calabria e soprattutto la Reggina avrebbe giocato lo spareggio per tornare in B dopo 14 anni di sofferenze e delusioni, di proclami puntualmente disattesi e di sconfitte cocenti, specialmente contro il Catania.
Non credo di sbagliare se dico che l’attesa per la Reggina superava quella per il Papa.
Quell’anno qualcosa di magico aveva contagiato tutti, quel ritornello snocciolato come le Ave Maria del Rosario era sulla bocca di tutti: Rosin, Bagnato, Attrice, Armenise, Sasso, Mariotto, Lunerti, Guerra, Catanese, Raggi e Onorato, magari con un pausa prolungata dopo la e che precedeva Onorato, come ci aveva abituati Muccio Baccellieri nel leggere le formazioni allo stadio (in realtà a Perugia il 9 era Garzya, Catanese entrò nella ripresa).
Quei sette treni che partirono la sera dell’11 Giugno erano pieni come un uovo e migliaia erano venuti a salutare noi come si faceva per un figlio che parte per il servizio militare.
Il mio gruppo salì sul primo treno, quello che partì per primo da Reggio e per ultimo da Perugia, con al seguito un borsone con dentro cibo che avrebbe sfamato almeno tre carrozze.
Dormirono in pochi quella notte, quasi a non voler perdere nemmeno un attimo di quella pagina di storia.
A Roma o giù di lì, se ben ricordo, sassaiola con i tifosi della Lazio, ma il viaggio proseguì.
Arrivati a Perugia aspettammo gli altri treni o almeno alcuni di loro e poi una processione umana si diresse verso lo stadio.
Arrivammo abbastanza in anticipo e ci sistemammo nel parco che si trova proprio accanto al Curi. Pasquetta improvvisata e poi il biglietto : Perugia – Riserva A fu il mio tagliando ma eravamo dentro.
Un’immensa marea amaranto e trecento tifosi della Virescit con dei cartelli con una B viola e il leone ruggente simbolo della squadra.
Avevo già vissuto uno spareggio quando da piccolo seguivo papà che allenava l’Aurora Cannavò che giocava contro la Stella Rossa, squadra del rione Gebbione se ben ricordo che, tra le sue fila, aveva un libero mastodontico di nome Porcino che incuteva timore solo a guardarlo.
Il Cannavò vinse ai rigori sul neutro di Gallina e conquistò la seconda categoria quando a Reggio c’era almeno una squadra per ogni quartiere.
Ma quello era uno spareggio diverso per me che la serie B non l’avevo mai vista: un sogno! Segnò Peppe Bagnato dopo pochi minuti con una punizione come si tirava una volta ovvero botta fortissima a cercare l’angolo. Le punizioni erano una cosa seria nessuno si azzadava in serie C ad imitare Platini, Zico o Maradona.
Ricordo nitidamente l’infortunio a Guerra e l’ingresso di Tovani e un secondo tempo di sofferenza non tanto per gli attacchi della Virescit che non ebbe grandi occasioni, ma per la paura che qualcosa potesse accadere.
Quando Lunerti e Attrice partirono in contropiede, la palla andò sul palo e il grande Tarcisio la ribadì in rete capimmo che era fatta.
Non c’è cosa più bella che vivere quei minuti sapendo che hai vinto e, senza la tensione e la paura, puoi gustarti tutto.
Ricordo il suono assordante delle trombe, gente che si abbracciava e piangeva, ricordo gente che gridava al miracolo.
E poi la festa, l’invasione e il corteo festante fino alla stazione ad aspettare che il treno ci riportasse a Reggio, quasi come dovessimo essere noi a portare a tutti la lieta novella.
Ricordo la festa allo stadio, Franco Simone, Scala che dice che resta nonostante qualche piccolo problema. Ricordo… Trentuno anni e mi sembra ieri e ancora non smetto di recitare il mio Rosario: Rosin, Bagnato, Attrice…