UN’ATTESA DIVERSA
L’euforia, le sensazioni che ti dà l’inizio di una nuova avventura sono davvero tante.
Un’attesa che ogni anno dura per tutta l’estate con di mezzo il mercato, ma soprattutto con la voglia irrefrenabile di rivedere quelle maglie galoppare sul campo.
Ti manca quel profumo, il rumore assordante della curva, il tuo vicino di posto che magari odierai perché, dal primo minuto, comincia a criticare tutto e tutti salvo esultare dopo il gol esclamando: “L’aiva riciutu jeu”.
Quest’anno tutto questo non ci sarà, nessun rumore, nessuna fila ai tornelli, niente di ciò a cui eravamo abituati, quell’incontro settimanale al quale non si poteva rinunciare.
La pandemia non ha cancellato la vittoria di un campionato, ma ha sbiadito le emozioni. Il tempio rimarrà pressoché deserto e i giovanotti amaranto guarderanno quei gradoni rimessi a nuovo con i simboli della nostra terra e della nostra squadra desolatamente vuoti. E noi saremo lì dietro un freddo schermo sentendo le urla dei calciatori, ma ci mancherà quasi l’aria, quell’aria che si respira sulle tribune, per le strade prima e dopo la partita.
Si comincia così, per poco, per tanto, chissà.
Proveremo a pensare che prima o poi (speriamo più prima che poi) tutto questo finirà e quelle emozioni annebbiate ci verranno restituite con gli interessi.
Intanto lo show deve andare avanti, la legge della vita forse, o dei soldi.
Ti giuro mia Reggina, torneremo su quei gradoni, torneremo ad abbracciarci, a soffrire, a puzzare, ad emozionarci con te e per te.