UN UOMO SOLO NON VINCE MAI
Se ne va il terzo direttore generale in poco più di due anni, se ne va poco tempo dopo essere stato nominato PLENIPOTENZIARIO.
Ed allora una domanda viene spontanea: un DG con pieni poteri che motivo avrebbe per dimettersi? Cosa può avere portato a questa decisione?
Partiamo da una considerazione: la scelta di Tempestilli non giunge come un fulmine a ciel sereno. L’ormai ex DG fin dal suo arrivo a Reggio Calabria si è trovato di fronte un muro di diffidenza diventata ben presto ostilità innanzitutto da chi muoveva le fila prima di lui e da chi è stato escluso dalle scelte nella riorganizzazione del settore giovanile.
A Reggio questo film dura da decenni, da quando si andava contro Foti (allora le colpe ricadevano sempre e comunque sul presidente) reo di aver escluso il figlio (sempre migliore di tutti gli altri) dalla cantera amaranto. Da questo punto di vista purtroppo siamo vittime di una generazione di genitori spesso megalomani che mettono i figli in copertina, convinti di avere in casa il nuovo Messi per poi restare con un pugno di mosche in mano.
Anche gli attacchi mediatici, degni di un’inchiesta di report sulle multinazionali, al di là della legittimità delle accuse sono stati continui e violenti.
Con l’aumentare delle responsabilità attribuitegli, Tempestilli si è trovato sempre più isolato reo anche di essersi fidato (forse) delle persone sbagliate. Ha provato a difendersi da solo, spesso d’istinto e in maniera errata, ma, quando anche la proprietà, la stessa proprietà che gli aveva dato pieni poteri, lo ha di fatto scaricato, è andato via, con dignità senza aspettare di essere licenziato per poter recuperare qualche altro stipendio: dimissioni e null’altro a pretendere.
Chiariamo, Tempestilli non è stato di certo un dirigente scevro da errori e scivoloni, ma nemmeno l’ultimo degli sprovveduti. Tempestilli è il frutto di una Reggina sempre più proprietà e sempre meno società in cui, a turno, pagano quei soggetti che assumono responsabilità temporanee.
Fino a qualche anno fa c’era chi, nel bene e soprattutto nel male, faceva ricadere su di sé ogni accadimento, c’era un Sant’Agata aperto ma con una proprietà sempre presente e in controllo. Oggi c’è una proprietà.