SAVOLDI, LÌ DOVE SUO PADRE ERA IL RE
Il 28 Aprile del 2002 GIANLUCA SAVOLDI ha poco più di 27 anni o, se preferite, poco meno di 28. Gioca nello stadio in cui suo padre Beppe era stato il re per anni, mister miliardo, arrivato a Napoli proprio a 28 anni.
70.000 spettatori, lo stesso numero di tifosi che si era abbonato al Napoli per l’arrivo di Beppe.
Gianluca forse il peso di quella pesante eredità non lo ha sentito e, se mai fosse, non credo lo ammetterebbe.
Quel giorno indossa un sottomaglia particolare con scritto HO FATTO 13 riferito ai gol realizzati in stagione. Uno che indossa una maglia così deve segnare, deve farlo per forza. Il problema è che la Reggina non gioca in casa contro l’ultima in classifica, ma al San Paolo contro una squadra che vuole vincere a tutti i costi per soffiare proprio alla Reggina la promozione.
Ma a Gianluca bastano la miseria di 4 minuti per mostrare a tutti quella maglia e zittire il pubblico. Combinazione con Leon, scatto in profondità e GOL.
Quel gol che, insieme alle parate di Belardi, regalò il pareggio e il ritorno in A della Reggina, forse è il più importante della carriera di Gianluca, certamente lo è per la storia della Reggina. Quell’urlo di Rocco Musolino, quelle immagini indelebili sono STORIA, POESIA. E chissà cosa avrà pensato papà Beppe in quel momento….