SALVIAMOCI!
Terza sconfitta consecutiva di cui due in casa entrambe con l’uomo in meno ma, mentre contro la Spal la squadra aveva dimostrato grande carattere e forza atletica, contro il Pisa, sulla carta squadra di minor qualità, gli amaranto si abbassano sempre più e vengono puniti forse oltre i loro demeriti.
Toscano rivoluziona l’undici iniziale rinunciando in un sol colpo a Denis, Bianchi, Delprato e Liotti. L’inizio è di marca ospite, ma la Reggina fa male alla prima occasione con Situm che approfitta di uno scivolone di Birindelli su un cambio di gioco e insacca. La Reggina, che nel frattempo ha perso Menez per un problema muscolare, non esprime un calcio spettacolare ma c’è e Folorunsho appare in grande crescita.
La partita cambia completamente ad inizio ripresa quando Crisetig, già ammonito, si fa espellere per un fallo a centrocampo.
Toscano cerca di organizzare la sua squadra e l’inserimento di Denis per Vasic ci mostra la differenza tra un calciatore e uno che prende a calci un pallone. Di Chiara, proprio approfittando di uno spazio creato da Denis sfiora il 2-0 che probabilmente avrebbe chiuso la partita, ma il portiere salva e la Reggina, da quel momento, arretra metro dopo metro.
Il Pisa spinge, ma, almeno fino a 6 minuti dalla fine, non è veramente pericoloso, ma i palloni in area amaranto continuano ad arrivare senza soluzione di continuità fino a quando Masucci si inventa una rovesciata vincente.
Il pareggio, giunto a pochi minuti dalla fine, potrebbe anche andar bene, ma, su un altro spiovente, arriva la doccia gelata firmata da Sibilli che significa sconfitta, una sconfitta che pesa e ci spinge verso le zone basse della classifica.
A questo punto serve una riflessione da parte di tutte le componenti e un cambio di tendenza immediato. Non è il momento dei processi, della ricerca delle colpe, ma delle soluzioni. Al di là dei risultati, la Reggina non ha trovato la quadra, l’equilibrio, gli automatismi che ci hanno fatto volare lo scorso anno proprio di questi tempi.
Un bagno di umiltà e pensiamo innanzitutto a salvarci, ad uscire fuori da questa situazione. Per guardare in alto ci sarà tempo, almeno speriamo, ma adesso guardiamo la dura realtà di una B che dobbiamo innanzitutto conservare.