REGGINA-GENOA 2-1, IL RACCONTO
Notte magica.
Difficile descrivere questa partita, una Reggina pazzesca batte il Genoa, si riprende il secondo posto in classifica in coabitazione con i grifoni e va all’inseguimento del Frosinone.
Una partita che sarà difficile dimenticare, una notte in cui si faticherà a prendere sonno tanta è l’adrenalina in corpo. Un gol di Canotto, fortissimamente voluto, il pareggio di Aramu, Menez che sbaglia un rigore dopo quattro minuti di Var. Nella ripresa sul dischetto ci va Hernani e non sbaglia. Poi dietro a soffrire, lottare, stringersi. A volere questi tre punti davanti a 14.005 spettatori.
Che notte. Una magica notte amaranto, da urlo. Ed è un urlo poderoso che si abbatte sul campionato. Ma guai a montarsi la testa, piedi per terra e testa bassa.
C’è Franco Colomba al Granillo, viene premiato dal presidente Cardona e si dirige verso la curva. Un fremito ci avvolge: ma non è che gli urlano «Colomba vattene» come ai tempi d’oro? Ma no, molti dei ragazzi oggi in curva nemmeno c’erano a quei tempi, pericolo scampato.
Entrano le squadre in campo, la curva si illumina, l’ambiente è bello caldo e carico. Sky ha mandato il carico pesante: Daniele Barone telecronista, Nando Orsi al commento tecnico, Marina Presello a bordocampo. Ma non è da meno La Gazzetta dello Sport che spedisce al Granillo Nicola Binda. Insomma, è una partitissima.
Fuori Loiacono, fuori Crisetig, Cionek e Di Chiara, la fascia finisce sul braccio di Menez: è la prima volta in tre stagioni che il francese è il capitano della Reggina. Inzaghi sceglie Giraudo per Di Chiara, Blessin preferisce Czyborra ad Hefti.
In tribuna prende posto il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, accanto a lui il direttore generale dei liguri Flavio Ricciardella. Ci sono pure gli ex calciatori amaranto Peppe Bagnato e Reginaldo al Granillo.
Maresca fischia, si va. No, non si va, Pierozzi e Canotto invadono la metà campo avversaria. Azzerare i cronometri, rimettere la palla al centro, ripartire. Stavolta davvero.
Due squadre forti, tanta la qualità del Genoa ma la Reggina è compatta, si difende con ordine e si accende.
Fiammata amaranto: Majer alza la testa, Canotto elude il fuorigioco, controlla, dribbla pure Fabbian e la mette nell’angolo. Bene così. Il Genoa cerca spesso Czyborra, ma dietro la difesa regge e Ravaglia fa suoi tutti i cross.
Poi è un attimo, un cross di Sabelli poco dopo la mezz’ora, Gagliolo la allunga per Aramu che di testa supera Ravaglia. Tutto da rifare. Ci mette poco la Reggina: minuto 35’, Canotto, Hernani, Rivas tutto in verticale, tutto molto bello direbbe Bruno Pizzul.
Rigore nettissimo, Inzaghi è una furia e vorrebbe il rosso per Bani ma niente. Maresca viene richiamato al Var e non si capisce perché, passano sei minuti prima che Menez calci malamente, centralmente. Semper para e Strootman allontana.
Intervallo, il dg Gabriele Martino discute con l’arbitro Cosso, presente in tribuna. Prima infervorandosi, poi sorridendo. La paura è quella che il rigore fallito possa pesare sul morale della truppa.
Niente di più sbagliato.
Inizia la ripresa ed è ancora rigore: Canotto cerca Menez che chiude il triangolo di prima, la palla vaga in area, Pierozzi crossa e Czyborra tocca di mano. Stavolta il pallone lo prende Hernani (una prestazione straordinaria la sua) e spiazza Semper: 2-1.
Menez inventa per Canotto, ma Semper dice di no. Inzaghi è tarantolato, qualche pallone sparisce e Blessin pensa bene di litigare con un raccattapalle. Mah. Il tecnico tedesco mette punte su punte, Pippo passa al 5-3-2, il Genoa non solo non tira ma raramente entra in area di rigore.
La curva sud vuole fare la ola che parte all’86’. Toccarsi è un dovere in quel momento. Le luci dei cellulari illuminano la notte, un aereo passa sopra lo stadio per toccare la pista del Minniti.
Sette minuti e mezzo di recupero e poi la festa. C’è trambusto sul campo ma chissenefrega. Arriva Edoardo in braccio a Pippo sotto la curva. È una notte magica.