REGGINA-COSENZA 3-0, IL RACCONTO
Partiamo dai numeri: quattro partite in casa, quattro vittorie, tredici gol fatti, zero subiti e oggi quindicimila, quattordici, diciassette spettatori presenti al campo. Ma nel delirio del Granillo ci sta che anche Filippo Lopresti volesse il suo momento di gloria.
Stadio gremito, tanta gente che non si vedeva da tempo immemore, tanti, tantissimi bambini. Forse la vittoria più bella del nuovo corso amaranto. Poi, ci sarebbero pure le ombre, ma non è giornata, non è serata, non è momento.
C’è Mauro Balata, presidente della Lega di Serie B, c’è Nick Amoruso ma non il patron Saladini con lui in campo, solo il presidente Cardona. Meno sorridente del solito il patron, il sorriso tornerà nel finale quando la curva lo invoca e gli ricorda che «Reggio Calabria vuole vincere».
Cose che mancavano da tempo immemore, tipo la ola: quattro giri completi, l’ultima, a memoria, fu nel 2008. Un ritorno al passato, uno sguardo al futuro, la Reggina capolista in B – insieme al Bari – dopo otto giornate.
Ci sono pure i carabinieri in divisa ed in alta uniforme nella vip, salutano Cardona: sorrisi e abbracci. C’è Beppe Ursino venuto a vedere la partita, c’è ovviamente Eugenio Guarascio.
La curva srotola la coreografia, l’ambiente è bello carico ma “Vai Reggina” prima della partita non parte.
Inzaghi sorprende solo chi il calcio non sa cosa sia: levare Crisetig e inserire Hernani mezzala scalando Majer nel ruolo di mediano serve per dare più velocità alla circolazione della palla tra le strette linee avversarie; togliere Canotto e riproporre Ricci (che partita, applausi meritatissimi) perché Gigino Gigetto è devastante quando ha campo da attaccare, meno quando il campo manca. E allora ti serve un giocatore capace di cambiare fronte di gioco, cosa che non è nemmeno nelle corde di Cicerelli.
Bastano pochi minuti, esattamente nove e va raccontata tutta: angolo per il Cosenza (il quarto consecutivo), Colombi smanaccia, Fabbian evita il fallo laterale, Majer mette ordine appoggiando su Cionek, da lì palla a Colombi, Gagliolo, Di Chiara, verticale su Menez, appoggio su Hernani, ancora Gagliolo che apre a destra per Pierozzi, palla per Ricci che prende palla, converge e lancia Rivas alle spalle della difesa: uno contro uno con Rispoli e palla in rete. Guardare per credere.
Tutti e undici hanno toccato il pallone per poi esultare sotto la sud. Anche scavando nella memoria facciamo fatica a ricordare un gol della Reggina con tutta la squadra che tocca la palla. Ieri in presentazione parlavamo di qualità nelle giocate, eccola servita: puoi avere delle codifiche, e questa squadra le ha, ma poi sono i calciatori che devono renderle possibili.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo le uscite di Hernani in fase di non possesso, inizialmente, hanno creato qualche avanzata degli agnellini (altro che lupi!). Dopodiché anche la posizione di Majer ha agevolato questo leggero scompenso. Nell’intervallo il pensiero è unanime: bisogna chiuderla. E chi dovrebbe farlo? Mais oui, Jérémy!
Il numero 7 si prende la scena, segna un gran gol, poi tocca a Pierozzi fissare il 3-0 su assist d’esterno di Di Chiara.
Cala la sera, la gente va a casa felice e in quell’angolino remoto del cuore prende forma un sogno tutto amaranto.