LE DUE FACCE DEL DERBY
Il derby, quello fuori dal campo, si sta giocando da un po’ come da tradizione, ma, seppur sottotraccia, anche quello delle panchine è in fermento.
Mimmo Toscano e Gaetano Auteri sono senza dubbio i punti cardine di due squadre con lo stesso obiettivo.
Entrambi assertori di un calcio propositivo che punta a raggiungere i risultati attraverso il gioco, la cura maniacale dei dettagli, la ricerca ossessiva delle debolezze e degli errori degli avversari. E poi quel movimento infinito delle corsie laterali, con un lavoro quasi esagerato degli esterni, fino al logorio mentale e fisico.
La partita forse si deciderà in quei duelli che la Reggina, ad oggi, ha sempre vinto, anche a Bari quando di fronte avevamo Kupisz e Costa, mica due qualsiasi.
Provare a sfidarli alla pari con Procopio, fu un suicidio premeditato e causò al ragazzo un dramma interiore non da poco.
Vedere sfrecciare al doppio della velocità per 45 minuti D’Ursi, Kanoute e compagni è stato un po’ come salire su una giostra impazzita senza poterla fermare.
Quest’anno molte cose sono cambiate. La Reggina è altra rispetto a quella della seconda metà della stagione scorsa, il Catanzaro, viceversa, non cambiando molto, lavora su meccanismi collaudati e infatti sta emulando quanto fatto lo scorso anno nel bene e nel male, salvo poi non riuscire, nel momento decisivo, ad avere lo scatto vincente.
Toscano, Auteri, una sfida accattivante tra due allenatori importanti per la categoria, ma noi, consentiteci, ci teniamo stretti il nostro Mimmo, anzi Domenico, per dirla alla Sergio Campolo.