LE COLPE, I GIUDIZI, I PONZIO PILATO
Sono stati messi ancora una volta alla gogna gli ultras amaranto, di nuovo etichettati come ignoranti e insensibili, loro che rinunciarono alla prima trasferta del campionato giusto pochi anni fa per fare volontariato nelle zone colpite dal terremoto.
È vero, anche loro che hanno avuto il coraggio di organizzare qualcosa per la città, ammettono che, quando la situazione stava sfuggendo di mano, hanno interrotto i festeggiamenti dopo (dichiarazioni del Questore) aver provato con il megafono a raccomandare il rispetto delle regole.
Sono finiti nella gogna mediatica e perfino Le Iene si sono scomodare per enfatizzare questa grave colpa.
Ma il fuoco amico non è mancato e forse fa ancora più male perché proviene dagli stessi che il sabato sera affollano il lungomare e i punti di ritrovo senza rispettare alcuna regola. Ma criminalizzare la movida non fa più notizia.
Di certo chi ha autorizzato l’evento o ha una visione evangelica del mondo o non poteva non prevedere che sarebbe stato praticamente impossibile evitare i famigerati assembramenti. Eppure l’autorizzazione c’è stata quasi come una sorta di trappola per catturare più prede possibile.
Ma fa più male lo scarica barile istituzionale. Eccetto il Questore che, tra l’altro, ha sottolineato l’impegno e la buona fede degli organizzatori, altri hanno preferito tirarsi fuori e manifestare delusione (?!). Francamente credo che gli unici ad essere rimasti forse un po’ delusi sono proprio gli ultras che hanno passato giorni a cercare di organizzare il tutto al meglio come al solito con le loro sole forze.
Lungi da noi sminuire i pericoli di un contagio di massa, ma non riteniamo corretto sparare a zero su questi ragazzi: NON LO MERITANO!
E, nel frattempo, siamo certi che le discoteche apriranno nel pieno rispetto del distanziamento sociale…