IL VICENZA AI RAGGI X
In questo turno infrasettimanale renderemo visita al Vicenza di mister Di Carlo reduce dalla prima vittoria casalinga contro l’Ascoli di sabato scorso. I precedenti in terra veneta sono recenti ed in perfetta parità con due vittorie per parte e due pareggi. Questa gara è la prima di cinque fondamentali partite che potrebbero decidere le sorti del campionato amaranto, anche in funzione della sosta e del mercato di riparazione.
I veneti hanno come obiettivo il mantenimento della categoria, traguardo che sembrava scontato e fallimentare per la Reggina dopo i proclami post mercato estivo.
I biancorossi scendono in campo con il classico 4-4-2 puro, mister Di Carlo è abituato a studiare ed adattarsi agli avversari senza però sconfessare lo schieramento tattico. Rispetto alla gara con l’Ascoli ci sarà qualche cambiamento nelle file venete, in parte per un normale turnover ed in parte per qualche giocatore acciaccato.
In porta giocherà Grandi che ormai sembra aver sorpassato nelle gerarchie Perina. A destra vista l’indisponibilità di Bruscagin potrebbe essere l’adattato Zonta a prenderne il posto, mentre a sinistra Zarlocco è sicuro del posto visto l’infortunio di lungo corso in cui è incorso Beruatto. I centrali saranno sicuramente Padella (2 reti) autore della rete della vittoria contro l’Ascoli e Cappelletti (2 reti). La linea di centrocampo dovrebbe essere composta da Dalmonte (3 reti e 4 assist) a destra e Guerra (1 assist) a sinistra confermando la volontà di giocare con esterni “a piedi invertiti” che possano accentrarsi e tirare, mentre i centrali saranno l’esperto Rigoni (1 assist) e Da Riva (1 rete e 1 assist). In attacco si tenta un recupero in extremis di Meggiorini (6 reti e 2 assist) anche se molto difficoltoso, l’unico che dovrebbe essere sicuro del posto è Giacomelli (2 assist), mentre se il primo non dovesse farcela giocherebbe Jallow (1 rete e 1 assist).
E proprio dal movimento degli esterni partiamo: in fase di impostazione uno dei due dal lato del pallone si accentra per liberare la corsia al terzino e giocare tra le linee, le punte si muovono per spostare la difesa e dall’altra parte l’altro esterno ha campo da attaccare, anche per prendere alle spalle la linea difensiva
Un’altra situazione ricercata, oltre alla giocata tra le linee, è quella di liberare un esterno al cross con le due punte e l’altro esterno ad occupare gli spazi in area di rigore e un centrocampista a rimorchio
In fase difensiva la squadra di Di Carlo si compatta con due linee di quattro cercando di aggredire vicino alla palla, anche con l’aiuto delle due punte. Resta spazio tra difesa e centrocampo
Un altro principio di Di Carlo è la rottura della linea (in questo caso difensiva ma succede pure a centrocampo): un centrale esce sul portatore di palla, l’altro centrale copre lo spazio mentre il centrocampista corre insieme all’avversario che cerca di approfittare dello spazio che si è liberato
Giuseppe Caridi – Leo Mamone