Subito in campo, meglio così, per mettersi alle spalle il brutto stop casalingo contro la capolista. Una battuta d’arresto che fa sicuramente male, ma non bisogna dimenticare che gli amaranto non sono stati costruiti per uccidere il campionato. Di conseguenza crediamo sia necessario guardare al bicchiere mezzo pieno, anzi quasi tutto diremmo, perché siamo ben felici del cammino fatto finora e non sarà una sconfitta, pesante per come è maturata, a cancellare tutto il resto.
Meglio così, ribadiamo, rimettiamoci sul binario giusto e traiamo il massimo dalle prossime tre gare che ci porteranno al giro di boa, dopo ragioneremo su organici rivoltati per molte compagini cadette.
Quindi andremo a Como, a due passi dal lago, per riproporre la Reggina che impone il suo gioco e che non si fa mettere sotto dall’avversario.
Affronteremo una gara non semplice, altre erano le ambizioni dei lariani, contro una squadra che non riesce a trovare la sua dimensione e si trova malinconicamente al penultimo posto in classifica nonostante una vittoria e quattro pareggi nelle ultime cinque gare.
I lariani che hanno vissuto il cambio di guida tecnica, da Gattuso a Longo, possono vantarsi di un organico di tutto rispetto (almeno sulla carta) che però non sta rispondendo alle aspettative, spicca in particolare la continua “indisponibilità” del colpo di mercato Cesc Fabregas.
Attenzione ai numeri: la classifica dice che il Como è penultimo con 16 punti, ha la peggior difesa del campionato con 26 reti subite, ma da quando è arrivato Moreno Longo, dieci partite fa, i lariani hanno collezionato 13 punti, solo uno in meno della Reggina con 11 gol fatti (14 quelli della Reggina) e 15 gol subiti, uno in più rispetto agli amaranto.
Agli indisponibili, di lungo corso, Baselli e Kerrigan, si è aggiunto l’ex amaranto Solini.
Longo schiera la squadra con un 4-3-1-2, in porta giocherà Vigorito.
La difesa a quattro sarà guidata da Odenthal e Binks, sulle fasce avremo a destra Vignali e a sinistra Cagnano.
Il centrocampo a tre vedrà il capitano Bellemo a dettarne i ritmi, affiancato a destra da Da Riva e a sinistra da Arrigoni.
Il trequartista sarà Cerri, deputato ad innescare le due punte Cutrone e Mancuso.
Ricapitolando: Vigorito; Vignali, Cagnano; Bellemo, Odenthal, Binks; Da Riva, Arrigoni, Cutrone, Cerri, Mancuso.
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In fase offensiva il Como cerca di sfruttare il contropiede con la capacità di Mancuso, ed in questo caso di Cutrone, di attaccare la profondità. La freccia bianca indica la palla in verticale messa da Bellemo, le frecce gialle i movimenti dei giocatori offensivi con Cutrone che calcerà fuori di poco dopo essersi inserito
In fase difensiva, sull’inizio dell’azione avversaria, è possibile vedere il 4-3-1-2 dei lariani, squadra molto stretta
Superata la prima fase d’impostazione avversaria, il Como si compatta così: una linea di quattro difensori e davanti, molto vicini a loro, i tre centrocampisti. Cutrone resta il riferimento centrale davanti mentre Cerri si allarga a destra e Mancuso a sinistra. Quelle posizioni permettono, una volta recuperata palla, di avere degli appoggi in uscita per partire in contropiede
Una cosa che la squadra di Longo soffre sono i calci piazzati, gli angoli in particolare. La disposizione è a zona ma sul secondo palo ci sono sempre calciatori liberi da marcature. Ad Ascoli due reti subite su palla da fermo, a Modena addirittura quattro più un rigore, il vero tallone d’Achille della fase difensiva è questo. Molte pure le difficoltà sui cross, con gli inserimenti senza palla letti con molta fatica
Giuseppe Caridi – Leo Mamone