EL CORAZON DEL TANQUE
Lui, eterno, tecnica e cuore, sempre pronto a battagliar che siano 90 minuti o pichi secondi: German Denis prende per mano la Reggina e acciuffa un pareggio quando scorrevano già i titoli di coda.
Il Chievo parte meglio ed è subito pericoloso. La Reggina fa fatica e si difende con affanno. Il terreno è da battaglia fisica, ma Montalto forse esagera e rischia il rosso per un’entrataccia su Palmiero. L’arbitro lo grazia: solo giallo per lui. Quando l’agonismo inizia a prevalere sulla tecnica è la Reggina a prevalere e a vincere la maggior parte dei duelli. Il Chievo nelle ripartenze è micidiale e, su una di queste, è Canotto a colpire il palo con un fendente dal limite con Nicolas fuori causa. Gli amaranto fanno collezione di ammonizioni: dopo Montalto anche Edera e Dalle Mura finiscono nel taccuino dell’arbitro e il Chievo continua a testare la forma di Nicolas che sente aria di derby e risponde presente. Ad inizio ripresa Baroni fa uscire gli ammoniti Montalto ed Edera per Okwonkwo (perché non Denis in un campo pesante?) e Bellomo, ma arriva la doccia fredda: Rivas perde palla a centrocampo e il pallone arriva a Djordevic che ubriaca con una finta Dalle Mura e batte Nicolas in uscita. La reazione ella Reggina è più di rabbia che di testa. Baroni prova Denis a 19′ dalla fine (una decina di minuti prima del solito), ma è il Chievo ancora con Canotto a colpire un clamoroso doppio palo sfiorando il colpo del KO.
La Reggina sbatte sul muro eretto dal Chievo fino all’89’ quando il Tanque tira fuori al cilindro un colpo di testa vincente sul lancio di Lakicevic. Un pareggio prezioso che mantiene intatto il vantaggio sulla zona playout con una giornata in meno da giocare. Il Chievo può recriminare solo con se stessa per non essere stata in grado di chiudere la partita, la Reggina si aggrappa al suo vecchietto terribile e ci viene da chiedere se, forse, non meriterebbe qualche minuto in più. A Baroni le riflessioni in merito
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