CHI È MAURIZIO POLI?
È difficile spiegare ad un ragazzo di oggi perché per il tifoso amaranto Maurizio Poli è il simbolo, più di ogni altro campione che abbia indossato, nei tempi moderni, la maglia amaranto, più di Pirlo, Amoruso, Nakamura, più di ogni altro.
Ai ragazzi cresciuti col mito di CR7 e Messi come si può spiegare che noi abbiamo un idolo che non era un bomber, non ha vinto grandi trofei, non ha una pagina Instagram e, a dire il vero, nemmeno uno smartphone con WhatsApp? Difficile se non si parte dalla parola VALORE, il valore di un uomo che non si è arricchito col calcio, che a Reggio Calabria girava con una macchina normale, anzi un po’ scassata, che è stato sempre di poche parole, un uomo non da copertina.
Maurizio era quello che dava l’esempio senza parlare, al quale era concesso fumare anche durante l’intervallo di una partita perché quella sigaretta fa parte del personaggio, forse l’unico vizio in una vita normale. Maurizio è quello che la gamba non la tirava indietro nemmeno durante il torello, che giocava con un ginocchio traballante senza che nessuno se ne accorgesse, che ha fatto della maglia amaranto una ragione di vita fino ad accettare un trasferimento immeritato, ma forse perché il suo percorso aveva raggiunto l’apice al 63′ di quel 29 Agosto 1999 quando, entrando in campo al Delle Alpi contro la Juventus, ci regaló un’immagine indelebile che per sempre resterà nella storia della Reggina.
Tanti giocatori sono stati osannati, sono tutt’ora amati per ciò che hanno dato alla Reggina e per ciò che per loro è la Reggina, ma il coro UNO DI NOI è riservato solo a MAURIZIO POLI.
Abbiamo visto tante gigantografie al Sant’Agata, allo storie, alla (ex) sede di via Osanna, ma, caro Presidente, ci perdoni manca quella più importante. Forse qualcuno avrebbe dovuto raccontarle la storia, non quella che si trova sui video o nelle pagine internet, ma la storia di un’anima amaranto.