A FARI SPENTI SOGNAVAMO LA SERIE A
Natale 1998. il 20 Dicembre avevamo battuto nel derby il Cosenza in un Granillo cantiere che ribolliva di entusiasmo e sognavamo la serie A, in silenzio perché dopo Pescara parlare di A a Reggio Calabria era un tabù.
In quella stagione partita malissimo con 7 punti nelle prime 8 partite. Nel mercato di riparazione, che all’epoca si svolgeva tra Ottobre e Novembre arrivarono ARTICO che in B non aveva praticamente mai giocato, POSSANZINI , anche lui solo tanta serie C, la scommessa TOMIC, SUSSI, che non giocava in B da 3 anni, FIRMANI ventenne di belle speranze e, più in là sarebbe arrivato CICCIO COZZA che tornava a Reggio dopo buone esperienze tra A e B.
Il 7 Novembre la svolta contro la Reggiana;
da quel 3-0 cominciò una cavalcata irripetibile. C’era qualcosa dentro ognuno di loro, c’era qualcosa dentro ognuno di noi, tutti ci speravamo in fondo, ma nessuno voleva e poteva ammetterlo. La Reggina in A, in quella serie A dei campioni? Impossibile. Brescia, Atalanta, Napoli, Genoa, Pescara, oltre a Torino, Lecce, Verona, una serie B di altissimo livello e noi a fari spenti sempre lassù, anche nel momento più difficile, quando la società scelse di rischiare sapendo che, mandando via Gustinetti, avevano solo da perdere, che in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, Foti e Martino sarebbero stati oggetto di critiche feroci, altro che social.
Ma quella Reggina degli Orlandoni, dei Poli, dei Giacchetta, dei Martino, dei Pinciarelli dei Di Sole, dei Briano, dei Ziliani, dei Napolitano, dei Cirillo, dei Belardi, dei Campo, dei Die, aveva un’anima, era fatta da uomini, da calciatori con grande dignità, nessun campione! e quella Reggina vinceva, quella Reggina a viveva un sogno insieme ad un’intera città, ad un intero popolo, un sogno che non sarà mai uguale, un sogno a fari spenti perché i sogni si fanno di notte al buio, perché Reggio è sempre stata un piccola capace di banchettare al tavolo delle grandi, una provinciale con orgoglio ma senza presunzione.
In quel Natale Reggio sognava, a fari spenti sognava…