LA VERITÀ VIENE DAI BAMBINI
Stiamo vivendo queste ore come una partita punto a punto, in cui si passa dall’euforia di un canestro da 3 con le mani in faccia, alla rabbia di una palla persa che fa partire gli avversari in contropiede.
Anche loro stanno vivendo le stesse sensazioni. Chi? Quei ragazzi che ad oggi hanno ricevuto sì e no un paio di stipendi e nonostante tutto sono ancora lì. Pensate, loro erano convinti di essere arrivati in una grande piazza, che gli avrebbe consentito di vivere un anno importante dal punto di vista tecnico e tranquillo da quello economico.
Ma a quanto pensate corrisponda un mensile di questi giovanotti in canotta neroarancio? Non più di quello di un impiegato per i più quotati. Si vive dignitosamente, se lo percepisci, altrimenti? O scappi altrove o, come a Reggio, formi una sorta di cooperativa o casa famiglia, dove l’uno è pronto a dare manforte all’altro. Non importa che tu sia il coach o l’addetto stampa, se ti chiami Carnovali o Agbogan, Fallucca o Vitale, Paesano o Fall, Alessandri o Nobile, Mecacci o Massa, Motta o Trimboli o D’Agostino. Tutti per uno, con il coach a metterci la faccia e sbattere i pugni quando occorre (e credo sia servito molte volte) e gli altri dietro a supportarlo.
Chi potrebbe mai distruggere un simile esempio di grandezza e umanità?
Non importa se in A non ci torneremo, questo gruppo merita di entrare nella hall of fame neroarancio.
E se mio figlio, anni 5 appena compiuti, alla domanda: “Di cosa vuoi fare la festa” ? ” Della Viola papà e voglio tutto neroarancio”, vuol dire che gli eroi non sono solo quelli dei cartoni o i campioni superpagati. Lui i suoi eroi li ha vicino casa, canotta neroarancio. E la verità viene dai bambini.
Foto: Maurizio Polimeni