CI HANNO VOLUTO AFFONDARE
Lo scorso anno di questi tempi eravamo in pieno caos per la vicenda fidejussione.
Un sogno spezzato dopo una stagione esaltante che ci ha lasciato in eredità tanti punti interrogativi su cosa sarebbe potuto essere e non è stato.
Abbiamo crocifisso i colpevoli (società), peraltro inibiti per 3 anni Muscolino e 1 Monastero (l’inibizione finirà il 9 Aprile), ma c’è chi, IN MANIERA CHIRURGICA ci ha voluto affondare.
Un regolamento fin troppo elastico prevede che la pena in questi casi può variare da uno o più punti di penalizzazione alla retrocessione, senza peraltro specificare in che misura debbano essere inflitti i punti.
Comminare una pena basata sui punti in classifica della squadra è un atto arbitrario, vile e persecutorio verso una tifoseria e un club che ha dato tanto al basket italiano. Paradossalmente, se l’intento era quello di stanare il club, sarebbe stato più equo punirlo con la retrocessione diretta e non con una tortura, mista a presa per i fondelli, della penalizzazione senza appello. La penalizzazione è sì un provvedimento punitivo, ma dovrebbe sempre lasciare una possibilità di salvezza.
In questo caso il criterio si è basato sul “Non solo ti faccio morire, ma lo faccio facendoti soffrire lentamente” , come nelle peggiori dittature.
Una volontà precisa, a mio avviso, inaccettabile, che ha punito un’intera città prima che una società e contro la quale si sarebbe dovuto andare fino in fondo oltre una giustizia sportiva che, non solo nel basket, sta sempre più condizionando e decidendo le sorti dei campionati.
Foto. Violareggiocalabria