PIÙ CHE UN MODULO SERVE LA SCINTILLA
Proprio vero, siamo diventati un popolo di tecnici, conoscitori di moduli, tattiche e strategie. Colpa forse del calcio moderno visto che, una volta, con la vecchia numerazione, era tutto più semplice almeno fino all’arrivo di Nevio Scala che dava la 6 a Mariotto e la 9 a Catanese.
Una volta il tifoso tipo era quello della gradinata che, al massimo, reclamava una sostituzione.
Oggi tutti a sbizzarrirsi se la difesa a 4 è adatta, se manca il centrocampista, addirittura a disquisire sullo stato di forma atletica di giovanotti che per mestiere corrono dietro un pallone da 15-20 anni e che, scientificamente parlando, sono in grado in pochi giorni di raggiungere uno standard atletico adeguato.
Voglio andare controcorrente e dico che, a questa Reggina, manca la scintilla, ovvero quella molla che scatta in ogni giocatore e che lo porta ad esprimere in campo l’essenza del gioco: il divertimento!
Guardate l’Atalanta per fare un esempio: pensate che la bravura (riconosciuta) di Gasperini sia nel suo credo tattico? L’Atalanta ogni anno cede i suoi “pezzi pregiati” che, tra l’altro, non sempre altrove mantengono lo stesso rendimento.
Pur rinnovandosi ogni anno, grazie ad una programmazione che parte da un settore giovanile di alto livello, riesce ad esprimere un gioco spumeggiante e risultati eccellenti; i giocatori si divertono e fanno risultati.
Tornando agli amaranto, mi sembra che siamo di fronte a una squadra che deve tirar fuori quel qualcosa che ti faccia fare il salto di qualità. Troppa responsabilità negli uomini chiave, che spesso cercano giocate personali, troppa attenzione nel dover svolgere il ruolo assegnato e poca fantasia, quella intravista a tratti in Bellomo per esempio.
Cerchiamo di far scattare quella molla, la stessa che, per esempio , ci fece passare, all’indomani della dolorosa retrocessione del 2001, dalla deludente prova contro l’Ancona, alla bellissima vittoria contro il Como e a quella cavalcata culminata con l’impresa del San Paolo. La stessa del 2006 dopo il – 15, dell’88 con Scala e potremmo andare avanti a lungo.
Castellammare può rappresentare il momento giusto, sta a noi viverla con la libertà di chi può andare a giocarsela anche contro pronostico, o con l’ansia che ti blocca di chi deve fare risultato a tutti i costi.
E, se dovesse andare bene, state certi che, qualsiasi modulo avrà usato Drago, sarà stato quello giusto.
Foto Maurizio Polimeni